ESTRATTI STAMPA Italia - MIRAMARI
ESTRATTI STAMPA Italia - Canto di Ebano
ESTRATTI STAMPA Resto del mondo - Canto di Ebano
ALCUNI
ESTRATTI DELLA STAMPA ITALIANA
JAZZ MAGAZINE
aprile 2008
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ALL ABOUT JAZZ
Jazz In'it, Vignola, 23 giugno 2007
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ALL ABOUT JAZZ
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MUSICA JAZZ, novembre 2007
Jazz in Italia, GABRIELE MIRABASSI
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RECENSIONE “FUORI LE MURA”
di Sergio Spada
da “Suono”, dicembre 2003
“Quando musicisti già in possesso
di una caratura tecnica inappuntabile e di una esperienza pluriennale
mettono anche un bel po’ d’anima in un disco o in
un concerto, viene fuori spesso un lavoro pregevole e al di
sopra della media. È quanto accade con Mirabassi (clarinetto)
e Biondini (accordeon) in questo Fuori le mura inciso per l’Egea
di Perugia. Impressionante come al solito, la bellezza dei tanti
luoghi in cui questi artisti incidono (qui è l’oratorio
di Santa Cecilia), testimonianza di una città che tiene
alla musica da lungo tempo e che ne cura anche gli scenari.
Evidente la passione per la musica popolare dei due, ma rivolta
verso orizzonti enormemente dilatati: dalle nostre tradizioni
colte e contadine a quelle del nord e sudamericane, dalla Francia
del “musette” e del “valse” allo sconfinato
universo della musica araba (Ma muse m’amuse di Abou Khalil)…
Mirabassi è sempre più sorprendente (o forse non
lo è più) per la capacità di estrarre dal
suo clarinetto le più dolci e all’occorrenza vivaci
sonorità, ed impressiona per la ricchezza dei timbri
che dà a certi suoi assoli…”
RECENSIONE “LATAKIA BLEND”
di A.L.
da “Musica Jazz”
“ In analogia con il latakia (il profumato
tabacco siriano che esalta le proprie doti con misture d’altre
qualità), anche la ricerca condotta da Mirabassi, Godard
e Biondini offre variegati dosaggi, lavorando sulle forme popolari
e accademiche del Vecchio e Nuovo continente… Si ritrovano
le reinterpretazioni del choro, l’antico genere popolare
brasiliano, attraverso una citazione di Pixinguinha. E le ispirate
composizioni di Mirabassi sono percorsi esuberanti e coinvolgenti
in cui convivono la complessità poliritmica africana
e i modelli musicali dell’Europa ottocentesca, folklorici
e non. Grazie alla prodigiosa verve del clarinettista perugino,
che s’abbandona a lunghe e fantasiose improvvisazioni
(e grazie ai felici apporti ritmico-melodici dei partner), il
jazz resta un fondamentale ingrediente di questo rinnovato blend.
È una musica di taglio contemporaneo, che gioca con la
memoria e porta in superficie suggestioni di altre epoche e
latitudini. Brani di struggente sapore slavo, come il tradizionale
Gorizia convivono con singolari citazioni ellingtoniane, come
accade in Isfahan…Ma ogni brano è a suo modo un
piccolo mondo magico, dove il virtuosismo non si sovrappone
al raccontare e il dialogo si snoda attraverso un empatico gioco
di relazioni, ora astratto, ora intensamente melodico…
”
BRENTONICO:
TRIBUTO INASPETTATO
di Tommaso Bossone
da “L’Adige”, 13 agosto 2002
“ BRENTONICO - All’insegna dell’atipicità,
con il concerto di Gabriele Mirabassi, Luciano Biondini e Michel
Godard, si è svolta domenica a Brentonico la serata conclusiva
del Jazz Festival 2002. Atipicità dicevamo, in quanto
non capita spesso di sentir suonare insieme un clarinetto, una
fisarmonica e una tuba, in quello che più che un gruppo
jazz può apparire esteriormente come un ensemble da camera….E
soprattutto non capita spesso di sentire un trio jazz interpretare
con tanta disinvoltura un repertorio così ampio come
quello proposto l’altra sera da Mirabassi & C…La
caratteristica principale del trio risiede nel continuo contrasto
tra i registri alti del clarinetto di Mirabassi e quelli bassi
della tuba di Godard…Mirabassi, poi, sembra trovarsi pienamente
a suo agio nel ruolo di leader assegnatogli. Dialoga con il
pubblico, ironizza sui suoi compagni di avventura, ma soprattutto
marca tutte le sue composizioni con i suoi vibranti assolo.
L’artista perugino è ormai molto più che
una promessa nel panorama jazzistico di casa nostra (ricordiamo
che nel ’96 è risultato vincitore del Top Jazz
nella categoria «nuovo talento») e tutto questo
suonando uno strumento che solo negli ultimi anni ha riacquistato
dignità nell’ambito della musica jazz grazie all’opera
di Don Byron…”
RECENSIONE
“UM A ZERO”
di M.GA.
da “Il Manifesto”, 2001
“ Ma che meraviglia il choro, che sta
alla musica popolare brasiliana come il blues sta al jazz, anche
quello di Mingus e Davis. Così dice Gabriele Mirabassi,
clarinettista di molte qualità, che ha registrato dal
vivo questo omaggio al choro insieme a Patrick Vaillant (mandolino),
Luciano Biondini (fisarmonica) e Michel Godard (tuba). Musica
popolare brasiliana da una parte, jazz urbano ed evoluto dall’altra:
che stranezza teorica! I quattro suonano con grazia…In
un tripudio di atmosfere paesane. Alla ricerca delle radici,
naturalmente. Non importa se quelle di altri popoli… ”
QUELL’ESTROSO
E APPASSIONANTE MIRABASSI
di Aldo Mattina
da “Giornale di Sicilia”, 26 aprile 2001
“…Nel curriculum di Mirabassi (ma
è storia analoga per i musicisti che con lui collaborano)
si legge di un diploma conseguito al Conservatorio «Morlacchi»
con il massimo dei voti e la lode, ma si legge anche di una
collaborazione con grandi personaggi dell’Avanguardia
musicale del Novecento, John Cage, Gunter Shuller, Siegfried
Palm…Ed eccolo, a Catania, a presentare la sua ultima
fatica, estrosa fin dal titolo, «Lo Stortino »,
una musica, o meglio «un luogo- come sottolinea lo stesso
musicista- dove molti dei tanti linguaggi musicali che ho imparato
a parlare in questi anni conflluiscono, si incontrano e si scontrano
ma soprattutto si rivelano elementi cellulari predisposti a
dar vita a un nuovo organismo…»
Musica complessa, nella quale rilevi elementi strutturali classici,
popolari, improvvisatori, governati con una tecnica straripante,
una pulsione ritmica costante e cangiante, una linea melodica
che è impronta stilistica e si staglia, comunque su tutto
il contesto. Una fatica premiata da un intenso coinvolgimento
del pubblico…”
RECENSIONE “LO STORTINO”
di G.FE.
da “Il Manifesto”
“ «Radici mediterranee della nuova
musica», recita testuale lo slogan dell’Egea, piccola
e comunque attiva casa discografica umbra. Ben detto e coraggioso…
Ciò detto, non aspettatevi tormentoni filologici in questa
nuova avventura capitanata da Gabriele Mirabassi, clarinettista
lucido, ficcante, imprevedibile e vorace nelle curiosità
musicali. Qui è attivo un gruppo anomalo e felicemente
apolide dove la voce del clarinetto è immersa in una
trama di fisarmonica e tocchi percussivi, con il rincalzo ritmico
straordinario della tuba pulsante di Michel Godard. E le memorie
possono così spaziare dalla Mitteleuropa al sud assolato:
sempre con estrema grazia, con inventiva e con esiti che molto
spesso chiamano in causa la poesia pura. ”
RECENSIONE “LO STORTINO”
di Marco Crisostomi
da “Audio Review”, ottobre 2000
“ Dopo una lunga e proficua attività
concertistica che lo ha visto attivo su più fronti, dalla
classica al jazz, al crossover, accanto a grandi nomi della
scena, il clarinettista perugino Gabriele Mirabassi esce al
fine del tutto allo scoperto con un album che ha il duplice
pregio di essere bellissimo e di illustrare perfettamente la
direzione musicale intrapresa dal giovane artista e messa a
punto durante le eccellenti frequentazioni degli ultimi anni.
“Lo Sortino” è dunque una sorta di manifesto
programmatico di intenti; nessuna struttura prefissata ma anzi
il gusto e la voglia di suonare una musica aperta che tragga
ispirazione e spunti di qualunque forma sonora possibile- sia
essa jazz o classica o folk o etnica o altro ancora…Ed
è una festa di colori e di suoni in un vortice di aromi
familiari in cui l’indubbia bravura dei quattro non è
mai mero virtuosismo ma ricerca appassionata. È musica
complessa da suonare ma che si lascia ascoltare con grande gioia
e partecipazione, in un disco di cui senza retorica e sciovinismo-
la cultura nazionale può andare fiera…”
RECENSIONE “VELHO RETRATO”
di S.M.
da “Musica Jazz”, gennaio 2000
“ Mirabassi e Assad parlano la stessa
lingua, quella degli studi accademici e dei compositori colti,
aperta però a qualsiasi azzardo che lasci librare clarinetto
e chitarra verso vertiginose altezze emotive. Da una parte il
jazz, dall’altra gli stilemi popolari brasiliani consentono
al duo di raggiungere una felice sintesi espressiva…Mirabassi
è bravissimo a interpretare le intenzioni del partner,
nel controllare un suono lieve e felpato e nel non rinunciare,
pur nel contesto armonico brasiliano, al proprio stile «europeo».
E, quando è esaltato dalla struttura di un brano complesso
come Champ, si dimostra un fuoriclasse… ”
RECENSIONE “VELHO RETRATO”
di Enzo Pavoni
da “Audio Review”
“ Quinto lavoro di Gabriele Mirabassi
per la Egea…in “Velho Retrato” regna il sussurro,
l’attesa, le frasi non dette o appena accennate, che permettono
a chi ascolta di diventare esso stesso protagonista, dato che
qui ognuno di noi è messo in condizione di immaginare
lo sviluppo dei percorsi sonori in precedenza soltanto abbozzati.
Una musica venata dal pathos – una perfetta soundtrack
per i momenti di riflessione- strutturata attorno alla lucida
e solida chitarra di Assad, una musica che comunque non disdegna
frequenti impennate improvvisative da parte dell’imprendibile
e swingante clarino di Mirabassi. ”
RECENSIONE “VELHO RETRATO”
di Giovanni Palombo
da “Chitarre”, ottobre 1999
“ Un duo particolare di chitarra e clarinetto
che propone musica di grande sensibilità, dalle forti
melodie ed un senso armonico che pur impostato su canoni classici
li supera per approdare ad una fresca musicalità contemporanea…Tra
le prodezze armoniche di Assad si inserisce il clarinettista
con il suo suono sinuoso e limpido, sintesi di sonorità
classica europea, jazz e musica contemporanea…Per palati
raffinati. ”
LE
MAGIE DELLA MUSICA
da “Audio Car Stereo”, marzo-aprile 1998
“ …Quella sera ad Orvieto, il Teatro
Mancinelli traboccava di gente in tutti gli ordini di posti,
ed il motivo di tanta partecipazione era semplicemente la presentazione
di questo “Cambaluc” di Mirabassi. È incredibile
come questa musica così fresca e ricca di comunicativa
riesca a trasmettere la sua forza ad un pubblico tanto vario
ed eterogeneo: ragazzi giovanissimi, musicisti, giornalisti,
intellettuali, avventori di passaggio.
Mirabassi suona alla perfezione, come è nel suo stile,
contornato da musicisti di grande pregio come il quartetto di
clarinetti “Namaste”, gruppo che passa con estrema
disinvoltura dalla musica classica al contemporaneo, al jazz…per
questo scaturiscono combinazioni straordinarie di quei suoni
scritti sul pentagramma, all’unisono, in successione simultanea
ed in perfetta sincronia… ”
RECENSIONE “CAMBALUC”
di E.Pavoni
da AUDIO REVIEW, 1998
“Per
il clarinettista Gabriele Mirabassi, «Cambaluc»
rappresenta il lavoro della definitiva consacrazione, della
raggiunta maturità; maturità alla quale è
arrivato piano piano, con discrezione, senza dare sgomitate
qua e là, evitando ogni sorta di clamore, ma sicuramente
lavorando con tenacia e serietà lungo un percorso artistico
estremamente coerente. Le quotazioni del giovane musicista sono
così cresciute al punto da vincere (meritatamente) l’edizione
’96 del referendum promosso dal mensile Musica Jazz nella
categoria «miglior nuovo talento»…È
sufficiente l’ascolto della esplosiva e frizzante traccia
iniziale per capire di trovarci in presenza d’uno degli
album italiani di maggior rilievo di questo primo scorcio d’annata,
ove vige un giusto equilibrio tra fresche arie di fresca derivazione
popolare ed atmosfere di sapore cameratistico, le quali ultime
non vengono mai riversate addosso all’ascoltatore con
spocchia accademica: al contrario, risultano sempre mediate
da un certo approccio di stampo folclorico, alternate ad efficaci
passaggi di tipo bandistico… ”