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ESTRATTI STAMPA 2013

Gianmaria Testa

MEN AT WORK

il nuovo album

PRODUZIONI FUORIVIA

Distribuzione: EGEA RECORDS

“Le traiettorie delle mongolfiere Masticare dubbi ben detti, brontolare nella barba di Ivano Fossati, riarrangiare come Paolo Conte, rimpiangere Fabrizio De André. Far passare vent'anni, pubblicare un'antologia dal vivo, chiamarla Men at work .Quasi tutto quello che fa Gianmaria Testa sa di lavoro e umanità, misurato come i suoi danke schön al pubblico di Graz. L'ombra della prevedibilità appena si insinua, scacciata dall'istinto di gratitudine per un artista maturo che tiene alto il discorso, uno schivo e teso di cui rimangono voce e parole sensate”

Pier Andrea Canei Internazionale – 3 ottobre 2013

“TORINO. Il lavoro continua. C'è ancora molto da fare, da capire. Insomma, lavori in corso o, se preferite, Men At Work che è il titolo del doppio ed live di Gianmaria Testa, in uscita il 14 ottobre. E contiene una serie di registrazioni effettuate durante la tournée in Germania nel febbraio 2012 e il dvd con le immagini del concerto del 3 luglio scorso alle Officine Grandi Riparazioni di Torino, tempio dell'industria ferroviaria riconvertito a palco per grandi eventi. Una scelta scontata per un ex ferroviere ormai rassegnato ad essere una star quasi commerciale in Francia e un fenomeno cult in Italia. Non è venuta meno la voglia di rovistare nel passato condensando vent'anni di musica in ventitré canzoni.”

Giorgio Trichilo Il Venerdì di Repubblica – 4 ottobre 2013

“… Questo live è sì la versione dal vivo di "Vitamia", molto "combo" e vissuta, ma è anche molto di più, perchè nella scaletta dei concerti si ripercorrono e si reinterpretano di fatto 20 anni di canzoni, da "Le traiettorie delle mongolfiere" (nel nuovo album con un nuovo arrangiamento, di grande effetto), esordio discografico di Gianmaria Testa fino alle canzoni sulle migrazioni moderne di "Da questa parte del mare" (il disco che è stato Premio Tenco 2007). Non manca pure un inedito, la cover di 'Hotel Supramonte' di Fabrizio De Andrè e Massimo Bubola, interpretata da Gianmaria in solo, fender e voce, in una versione essenziale, molto emozionante e intima.”

Vincenzo Castellano Agi - 9 ottobre 2013

“Fin dal titolo di questo nuovo cd, si capisce che è il lavoro il tema che più sta a cuore in questo momento a Gianmaria Testa […]. Testa se ne occupa a modo suo, con le qualità che gli sono proprie, senza retorica, ma con convinzione […] Trattandosi di album dal vivo, che testimonia la tournée tra Germania, Austria e Lussemburgo all'indomani dell' uscita di "Vita mia", è delle canzoni contenute in quel disco che si nutre in prevalenza, fornendone però una versione, se possibile, a tratti persino più convincente e comunque più diretta, con un piglio rock che già era stato l'arma in più del disco in studio. Basta ascoltare ad esempio "Lasciami andare", uno dei brani più intensi di tutta la produzione del cantautore piemontese, qui ancora più ruvido. Assecondato in maniera egregia dai suoi musicisti, con la sezione ritmica affidata a Nicola Negrini (basso e contrabbasso) e al franco-spagnolo Philippe Garcia alla batteria, con una menzione speciale per la chitarra di Giancarlo Bianchetti, Testa ripercorre anche le tappe dei dischi passati, con "Le traiettorie delle mongolfiere" e con "Da questa parte del mare", mentre "Lele", che pure era contenuta in "Vita mia", l'ha scritta quando aveva solo diciott'anni. E neppure si sottrae al tributo al maestro Fabrizio De Andrè, una cover voce e chitarra di "Hotel Supramonte".”

Guido Siliotto Il Tirreno / Ed Nazionale – 10 ottobre 2013

“La pubblicazione ha un tono tutt’altro che celebrativo o auto-celebrativo. Men at Work è piuttosto la foto di un pezzo di cammino ancora tutto in divenire, compiuto a passi sostenuti nel terreno fertile della grande canzone d’autore senza mai disdegnare qualche lenta puntata in territori propriamente jazz. Due passioni che, nella musica dell’ex ferroviere, si osservano da lontano, si lanciano messaggi, e spesso si sfiorano. La forma-canzone rimane al centro di questo lavoro, ma le radici di tutta questa musica restano visibili, profumate e salde anche per coloro che si accosteranno al cantante piemontese per la prima volta. Ventitré canzoni per raccontare vent’anni di carriera forse non saranno l’ideale, ma riescono comunque magnificamente nell’intento.”

Luca Muchetti La Provincia di Cremona / Inserto Settimanale Più – 12 ottobre 2013

“Più di casa in Europa che a casa, Gianmaria persevera sulla sua via con il rigore, l'equilibrio,la dignità che lo vedono tenere insieme il tono nordico di Fossati con le rêveriere di Capossela, mettendo in primo piano le parole, a cui serve melodie tenere, spesso nostalgiche, anche se non sai mai bene di cosa. Da «Le traiettorie delle mongolfiere» a «Ritals», da «Al mercato di porta Palazzo» con le curve delle donne esaltate dalle gonne a «Lele», i brani dell'ultimo album, «Vita mia», convivono con quelli scritti in ormai vent'anni di carriera. Storie di migranti rifiutati da un popolo di ex emigranti, storie di tagliatori di testa, di femmine fatali e di uomini meno fatali. A cui si aggiunge una intima versione di «Hotel Supramonte», scritta da De Andrè con Bubola”

Federico Vacalebre Il Mattino / Edizione Nazionale – 13 ottobre 2013

“Non è stata la voglia di celebrare i suoi 20 anni di carriera ad aver motivato Gianmaria Testa, l'ex capostazione di Cuneo (lavoro che ha mantenuto fino al 2007), ora cantautore conosciuto in tutta Europa, e non solo, a pubblicare Men at work, doppio cd live+dvd distribuito da Egea Music. Un affresco attuale e forte dell'oggi in 23 canzoni del suo percorso che racchiudono temi portanti della sua musica, dal viaggio al sogno, dai migranti, al lavoro”

Elisabetta Stefanelli Ansa – 15 ottobre 2013

Ripreso anche dal corriere.it

“Le emozioni catturate in versi, i ricordi, il dolore, il desiderio di sciogliere la crisi in atto fondendo tutte le nostre individualità separate, superando le frontiere che vivono in ognuno di noi, la voce calda appannata di intimità. Gianmaria Testa, cantautore piemontese 'scoperto' dall'Italia grazie alla Francia, percorre in 23 canzoni la sua ventennale carriera in un nuovo doppio album live, 'MEN AT WORK', che racconta di una lunga tournée in Germania realizzata con musicisti eccellenti e anche amici.

Veronica Marino ADN KRONOS – 15 ottobre 2013

“Gianmaria Testa “live”, la virata che dà la scossa.

Numerosi gli argomenti e i fili che si intrecciano in Men at Work, doppio album dal vivo con allegato dvd di Gianmaria Testa. La virata elettrica dei brani sfocia in una serie di blues e jazz di raffinata sagacia. In ciò Testa è aiutato dalla chitarra di Giancarlo Bianchetti dalla sezione ritmica di Negrini e Garcia. Tra i brani si segnala la cover dal canzoniere di De Andrè, Hotel Supramonte. Ma è il proprio canzoniere a brillare come non mai.”

Il cittadino di Lodi – 16 ottobre 2013


“OPERAI. A Torino li chiamavano così. Lungo le strade e in fabbrica. Sui binari di Gianmaria Testa e «Men At Work», lavori in corso e doppio album registrato in tour per fissare un dagherrotipo intimo, epico e militante. Anche nel senso della quotidiana e sentimentale passione. Più un Dvd girato nei cantieri Ogr Torino, le «officine dove si riparano le locomotive». Con l'emozione di un ferroviere raccontata da un bravo cantautore. […]

Monologhi e canzoni, non solo l'ultimo disco «Vitamia», la musica che gira senza strappi come le ruote su un banco di prova. […] Gianmaria ha voluto recuperare canzoni amatissime dei primi album, «Montgolfières», «Altre latitudini», «Extra Muros», pubblicati in Francia e non più in distribuzione. È bello riascoltare «La traiettoria delle mongolfiere», le parole e gli armonici che gonfiano e sgonfiano l'aria in ascolto. Mai sentito un quartetto gestire gli spazi suono silenzio così, con la pancia e la tecnica. Con passione. Pedalando folk jazz senza lasciare per via una sola canzone.”

Marco Mangiarotti Il giorno – 17 ottobre 2013

“Un doppio cd live registrato in Germania e un dvd tratto dai concerti, l'ultimo lavoro discografico di Gianmaria Testa, "Man at work", è un vero gioiello che raccoglie tutte le più grandi canzoni di una carriera ventennale. 55enne cantautore piemontese, Testa è uno dei più bravi "cantastorie" della musica italiana. Per anni capostazione a Cuneo, musicista "operaio" anche per educazione e cultura, nasce da una famiglia di agricoltori con l'amore per la musica. I suoi brani sono come quadri d'autore, dalle pennellate delicate o decise e con una cornice scintillante grazie alla band che lo accompagna formata da Giancarlo Bianchetti, Nicola Negrini e Philippe Garcia.”

Stefano Prestisimone Leggo – 17 ottobre 2013

“[Men at work,] un quadro molto completo e fedele della sua produzione artistica, una sorta di antologia in cui convergono i brani più poetici come “Le Traiettorie Delle Mongolfiere” o “Le Donne Delle Stazioni”, quelli in cui le istanze sociali si fanno più forti come in “Cordiali Saluti”, ma anche perle dimenticate come quella toccante “Lele” scritta negli anni settanta e incisa solo di recente in “Vita Mia”, o la suggestiva versione di “Hotel Supramonte” di Fabrizio De André. Non mancano poi alcune divagazioni sonore ora nel rock, ora ammiccamenti al tango e alle sonorità più trasversali, ma ciò che conta per l’ascoltatore è cogliere quelle sfumature della voce di Gianmaria Testa, che impreziosiscono e rendono uniche le sue esibizioni.”

Salvatore Esposito Blogfolk.it - 17 ottobre 2013

“Emergono, dal risultato finale di questo doppio, forti pennellate di sensibilità e uno stile decisamente personale che coglie da anni lo spessore autorale di Gianmaria. Chi lo ha amato per Da questa parte del mare o Valzer per un giorno come il sottoscritto, sicuramente non potrà farsi sfuggire questa release composta da 23 brani e un dvd in allegato. […] Men at work è prima di tutto un omaggio che il cantautore piemontese si regala dopo vent’anni di carriera […]. In secondo luogo traccia una bella esperienza che dal Brennero, come ci racconta l’autore stesso, si protrae per una parte d’Europa nella composizione di una specie di diario di bordo illustrato, gravido di sentieri e incroci di culture. […]. Sono come sempre i temi del lavoro, dell’immigrazione e dell’indifferenza a sostenere il disco in un immaginario affastellato di personaggi e tramonti che figliano una scrittura luminosa, quasi a ricordare un intreccio a slidin’ doors dove i rumori e i sospiri si prestano a vicenda profumi e indolenze, egoismi e collisioni. Spicca su tutte una versione di Hotel supramonte di De Andrè in fender solo, una Traiettorie delle mongolfiere dai tratti fortemente simbolici e un’espressività che a sorpresa si nota nei brani tratti da Extra muros (La ca sla colin-a) Lampo (polvere di gesso) e Solo dal vivo (come al cielo gli aereoplani). Men at work va a formare un legaccio di seta che come in una favola raccoglie a sè la discrezione, un modo di far clangore con poche cose, oggetti trovati per caso e una scatola su cui tenere un tempo pari. Quel che basta a racimolare un pensiero profondo oppure una giusta frase detta in un attimo imperfetto. Testa è un cantautore dalla vena ispiratissima e figurativa.”

Christian Panzano Musiczoom – 21 ottobre 2013

Gianmaria Testa e la sua musica continuano a viaggiare sulle strade d’Europa. E "Men at work" […], conferma sin dal titolo la vocazione internazionale e lo spirito perennemente "on the road" di un progetto musicale nato e cresciuto vent'anni fa senza confini. […]

La babele di lingue in cui il gruppo è solito esprimersi e dialogare quando si trova all'estero si riflette qui in una musica altrettanto poliglotta: tra il dialetto piemontese di "La ca sla colin-a" e la bossa nova di "Nient'altro che fiori", la ballata classicamente cantautorale e il rock elettrico, le filastrocche popolari come "Al mercato di Porta Palazzo" e il blues di "Voce da combattimento".[…]

I suoni di Testa e della sua band, spesso eleganti e misurati, sono anche capaci di diventare aspri e violenti: come quella spietata lettera di licenziamento snocciolata in "Cordiali saluti". […] Una canzone amara e brutale, conficcata in una ferita sanguinante del Paese. Come "Sottosopra", un altro pezzo che affronta il tema drammatico della perdita del lavoro. E come le canzoni sull'immigrazione recuperate dall'album "Da questa parte del mare" del 2006. Che arrivano all'orecchio proprio nei giorni degli ultimi, tragici sbarchi da Lampedusa... […]

Tante altre canzoni affrontano temi intimi e più autobiografici: lo scomparire degli amici e delle persone care, man mano che l'età avanza ("Lasciami andare"); le dediche al figlio ("La giostra") e alla moglie ("Dimestichezze d'amor"). […]

Oltre che dalla cronaca, Testa continua a prendere spunto dalla letteratura: dall'Andrea Bajani di "Cordiali saluti" (il romanzo) all'Erri De Luca omaggiato in "18 mila giorni": per lui canzone e parola scritta sono sempre parenti stretti”

Alfredo Marziano Rockol – 21 ottobre 2013

“Un racconto complice e confidenziale fatto di ricordi, desideri rimasti sospesi, sollecitazioni mai urlate, ma molto sofferte. E' quello che Gianmaria Testa tesse nelle sue canzoni e offre al suo pubblico, che non lo cerca certo in tv, ma aspetta i suoi live così intimi e nudi: solo poesie che camminano su splendide note. E una voce, calda, vera, che ti sembra di conoscere da sempre, perché è dentro il bagaglio di suoni con cui finora hai assaporato la vita.”

ADN Kronos - 23 ottobre 2013

" MEN AT WORK […] un doppio live autentico, sunto di tredici concerti in Germania lungo l'arco della tournée Vitamia (2011). Ventitré canzoni, compresa la cover inedita (e riuscita) di Hotel Supramonte di Fabrizio De André. […]

Testa è cantautore classico. Elegante e militante. I personaggi che popolano le sue canzoni sono "al lavoro", come da titolo, in cerca di appartenenza: di una collettività che restituisca dignità. Cita Pasolini, ed è naturale. La sua è un'umanità ferita e frustrata, vessata e colpita, che però non si arrende: che insegue il guizzo, lo scatto. Il riscatto. I momenti migliori coincidono con Polvere di gesso, Ritals, Lasciami andare, Seminatori di grano. Un bel suonare, un bel viaggiare.”

Andrea Scanzi Il Fatto quotidiano – 25 ottobre 2013

“Il titolo del lavoro richiama da un canto i lavori in corso che sempre si trovano sulle autostrade tedesche, dall’altro il tema del lavoro che, soprattutto nel nostro Paese, manca oramai da troppi anni condannando le giovani generazioni ad un’inerzia forzata. Gianmaria affronta tali tematiche con grande rispetto e delicatezza non disgiunta dalla forza della denuncia; prendete ad esempio “Cordiali saluti”: questa “è la frase con cui terminano le lettere di licenziamento”, racconta il cantautore; ma da osservatore acuto della moderna società, Gianmaria ha ben presente anche altre storture che ci affliggono, dal razzismo all’egoismo nazionalistico per cui, scrive nelle note di presentazione del lavoro, ognuno si porta dentro la propria frontiera.

Stilisticamente Testa rimane fedele a sé stesso, a quello stile che lo ha caratterizzato oramai da anni e che lo ha reso famoso prima in Francia ed ora anche da noi; quindi dal punto di vista armonico, una serie di richiami a quelle musiche che fanno parte della sua cultura: dal rock al tango, dal liscio al blues… fino alle canzoni popolari della sua terra. Il tutto interpretato con quel suo canto che, come osserva acutamente il giornalista francese Richard Robert, “non è solo suono: è anche profumo, leggero e avvolgente- talora persino ossessivo”.”

Gerlando Gatto Online-jazz.net - 28 ottobre 2013

“ Poi come un fulmine a ciel sereno arriva da un Grande ma Grande davvero un disco splendido, pieno di poesia, di sonorità coinvolgenti, un uomo il cui solo scopo è quello di cantare il suo mondo, come un albero partorisce i suoi frutti e li dona alla gente. Gianmaria Testa è sempre e da sempre stato un grande poeta, che ha raggiunto la notorietà prima in Francia e poi in Italia. Tipico dei nostri ottimi veri artisti… o no?. Un ex ferroviere che ha visto passare sotto gli occhi treni che portavano nel loro ventre storie, tutte diverse tra loro ed ognuna in attesa di essere raccontate da qualcuno. Devono essere stati quei treni ad offrire a Gianmaria i geni per partorire grande musica e tantissima poesia.

Per festeggiare i vent’anni di carriera, eccolo allora offrirci questo splendido capolavoro “Men at work”, […] che raccoglie il meglio del cantautore. […]

Ascoltare questo cd è come volersi fare del bene, farsi accarezzare dalle splendide note di Testa, emozionarsi, farsi venire la pelle d’oca. […]

Passione e poesia in un unico ensamble di generi anche diversi tra loro; del resto è noto che Gianmaria Testa è uno sperimentatore, fuori dagli schemi tipici cantautoriali. Infatti le sonorità dei brani hanno delle strutture diverse una dall’altra, dal rock al folk, e così via, e questo lo rende unico. Lo diciamo subito che il cd l’abbiamo ascoltato e riascoltato decine di volte di seguito, ed ad ogni ascolto il giudizi è stato lo stesso: bellissimo.”

Nicola Violante Il quotidiano di bari – 29 ottobre 2013

“Gianmaria Testa è ormai uno dei più apprezzati cantautori italiani. Nel suo particolarissimo stile, che unisce la canzone d'autore a jazz, folk e rock, Testa canta con voce calda e sensuale testi ispirati e volutamente essenziali, ora impegnati ora intimi, mai privi di poesia”

Adesso – Mensile Italo tedesco Ottobre 2013

“Ascoltando [Men at work] si comprende bene perché il successo abbia toccato Testa prima fuori patria. Il suo show richiede calma, attenzione, capacità di concentrazione, disposizione al dialogo anche e forse soprattutto in chi ascolta. Doti che il popolo italico ha perso da tempo.”

Piercarlo Poggio Blow up – Novembre 2013

Men at Work [è un] disco che raccoglie, racconta e ritrae il meglio del Gianmaria Testa degli ultimi anni, con l’aiuto di un eccellente trio di accompagnamento formato da Giancarlo Bianchetti alle chitarre, Nicola Negrini al basso e Philippe Garcia alla batteria.

Avere due dischi e un dvd a disposizione da riempire, nell’era di iTunes, è un lusso che si può permettere solo chi ha veramente qualcosa da dire. Sono infatti moltissime le suggestioni sia liriche che musicali che caratterizzano il disco, rendendolo ricco e variegato. […]. Men at Work è eccezionale per il semplice fatto di contenere diverse facce dell’ispirazione poetica di Testa, in cui si ritrova la sensibilità alla tematiche sociali, ma anche tanta voglia di raccontare e raccontarsi, come fa nella splendida Vitamia. Complice nella buona riuscita anche l’impeccabile esecuzione dei musicisti, che più volte si lanciano in improvvisazioni dal sapore ora jazzistico, ora decisamente rock, e garantiscono a Gianmaria Testa un tappeto musicale che varia di brano in brano, alternando registri più scarni di matrice cantautorale, a energici brani rock, a eleganti svolazzi jazzistici. Ma attenzione: Men at Work non è un disco per chi ha fretta. Richiede un ascolto attento e appassionato, e la voglia, ormai niente affatto scontata, di passare un paio d’ore vicino allo stereo in compagnia di buona musica.”

Eugenio Goria Outsders.it – 7 Novembre 2013

Men at work è un live registrato in Germania. I suoni sono morbidi, rassicuranti, di una rassicurazione inquieta, malinconica, quelli che fanno di Testa l’interprete ideale per una sera di dicembre, in auto, sotto la prima neve, col riscaldamento al massimo.

[…] Alla fine, siccome sono vent’anni di carriera, ci leggi dentro un fil rouge: la speranza. Un italiano che porta speranza alla Merkel pazzesco, anche raccontando di Lele, una storia di vent’anni fa, incisa solo ora, una contadina del sud sposata per procura a un uomo del nord. La speranza appunto, senza neanche sapere quale. Recisa. L’album è suonato che è una meraviglia. Giancarlo Bianchetti, Nicola Negrini e Philippe Garcia tessono semplicità. Costruiscono un piccolo monumento all’omino coi baffi che canta d’amore, di donne coraggiose, di tagliatori di teste, di voci appoggiate, di melodie e parole accostate come un poeta che canta senza la spocchia di molti suoi pallidi epigoni. Il coraggio di dire cose, di suonarle bene, l’assertività in levare. Intellettuale senza essere intellettualoide, senza dover passare alcun esame in un salotto che non sia il tuo”

Luca Bottura Sette / Corriere della sera - 15 novembre 2013

“I brani sono ridotti all'essenziale, senza troppi orpelli, e sprigionano bellezza genuina. E così ci si imbatte in brani di una tenerezza unica (" 3/4" o "Polvere di gesso"), in una cover sublime di "Hotel Supramonte" (Fabrizio De Andrè) o ancora in canzoni che hanno segnato profondamente la carriera dell'artista torinese (da "Al mercato di Porta palazzo" a "Come al cielo gli aeroplani", dalla bellissima " Le donne nelle stazioni" alla più recente "Nuovo").

Di questa sorta di greatest hits di Gianmaria Testa si potrebbe scrivere all'infinito perchè ogni frase, ogni nota nasconde significati profondi, densi e complessi. Di fronte a tanta meraviglia non si può non esprimere un godimento a scena aperta.”

Antonio Giovanditti Vivalowcost.com – 20 novembre2013

“Complimenti a Gianmaria Testa per l’ennesimo ottimo album.

Complimenti a Gianmaria Testa per il passo felpato delle sue canzoni, quel suo modo particolare di esserci senza farsi notare, di continuare a incidere album per chi lo vuol sentire e quello che lo conosco attendono con curiosità i nuovi capitoli della sua carriera artistica. […]

Tutti i brani, escluso uno, portano la firma di Gianmaria ma la grande sorpresa di questa registrazione è il suono delle band e quella particolare amalgama fatta di professionalità, amicizia e complicità tra persone che si stimano. I musicisti meritano di essere citati: Giancarlo Bianchetti alla chitarra, Nicola Negrini al contrabbasso e Philippe Garcia alla batteria e percussioni. Non solo sono bravi ma hanno anche un tocco particolare che rende molte delle canzoni dei piccoli capolavori.”

Guido Giazzi Il Buscadero – Novembre 2013

“Gianmaria Testa come non lo avete (quasi) mai ascoltato. Nel senso che chi si attende solo dolci pennate acustiche appena arrochite dall’amara e grandiosa voce del Nostro, si sbaglia: qui, sui palchi di Germania da dove arrivano le registrazioni confluite in “Lavori in corso” è all’opera un quartetto “rock” dove spesso la chitarra di Giancarlo Bianchetti ringhia acida, specie quando si tratta di tirar rasoiate sulle canzoni che facevano parte di un bello spettacolo teatrale sul lavoro che non c’è più. Non è tutto angoli acuti: c’è spazio, anche per il recupero meditato di brani che da troppo tempo sono spariti dai cataloghi, e che Testa ha preferito ritrovare così, su un palco, piuttosto che lasciare il tutto alle praterie bruciate di Youtube. Dvd accluso con un concerto torinese. Una sola cover: “Hotel Supramonte”. Che da sola vale l’acquisto.”

Guido Festinese Corriere Mercantile – 28 Novembre 2013

“Lui che è un cantautore contadino e operaio, capostazione sul binario vivo di una musica che è cultura a geometria variabile fra poesia e teatro, Langa, Parigi e il jazz.

«Men at work» nasce durante una lunga tournée in Germania […], dopo l'uscita di «Vitamia»: dieci concerti in dieci giorni con la fidata compagnia di giro, «musicisti con cui c'è una fiducia e una condivisione totale». I jazzisti la definiscono interplay, l'arte dell'incontro e dell'ascolto. […] Il fonico di fiducia, Patrick Destandeau, è il quinto uomo. Pezzi di «Vitamia» battuti al coltello, all'albese, con il crudo di parole e storie nella bocca. E polvere di stelle per vent'anni di canzoni, «quelle degli album ormai fuori catalogo”

Marco Mangiarotti QN Il Giorno / Ed. nazionale - 03 dicembre 2013

“Possente è Men at Work in quartetto, approccio libero al suono elettrico e jazz, musica acustica con lampi che destruttura e reinventa, interplay sorprendente. De Andrè inaudito, filastrocche, ballate innamorate, ninne nanne. Testi di letteraria denuncia (anche Erri De Luca9 e civile testimonianza, la voce che si fa parola e senso, oltre il cuore e la pancia. Il teatro militante, un pezzo di rotaia e l’anima del poeta operaio e contadino. Che io stimo e adoro. Qui molto rock. Anche.

Marco Mangiarotti QN Il Giorno / Ed. nazionale – 05 dicembre 2013

“Confezionato legando assieme come se si trattasse di uno stesso concerto episodi estratti fa varie esibizioni tenute fra Austria e Lussemburgo nel febbraio 2013, e soprattutto Germania esattamente un anno prima, “Men at work” non è un live spoglio […]. Gianmaria Testa è infatti accompagnato da una brillante band elettroacustica di tre elementi (chitarre, basso/contrabbasso, batteria) che conferisce alle sue canzoni una veste nuova, sempre sostanzialmente sobria, ma ricca di colori che sottolineano la forza espressiva dei versi e delle melodie. Da citare in particolare “Cordiali Saluti” da brividi (il tema affrontato è il licenziamento), ma nessuno dei ventitré brani dei due compact – tutti già noti, eccetto l’appassionata cover di “Hotel Supramonte” di Fabrizio De Andrè – è meno che riuscito. Completa l’ottima operazione un bel DVD con le riprese di una serata dello scorso luglio a Torino, il tutto racchiuso in un0elegante scatolina di cartone che, scelta “concettuale” e non solo estetica, richiama l’idea di un “artigianato di qualità”.

Federico Guglielmi AUDIOreview n348 – novembre / dicembre 2013

“Tu puoi anche non sapere che cosa sia la poesia ma se ascolti le canzoni di Gianmaria Testa la riconosci subito […]. Parole essenziali che hanno la potenza geometrica della poesia e di certe fiabe […].Parole che vanno dritte al cuore, senza un aggettivo in più o una virgola fuori posto. Più che canzoni, versi vestiti di musica. […] Versi che hanno il sapore caldo delle caldarroste e del vino rosso delle Langhe, un vero balsamo per l'anima.”

Pasquale Porcu La Nuova Sardegna / Ed. Nazionale – 20 dicembre 2013

“Gianmaria Testa, con un pizzico di nostalgia, ci accompagna a ricordare e valutare ingiustizie, amori, desideri. In una parola la nostra vita che scorre. È una musica che tiene compagnia. Il concerto si apre con “Le traiettorie delle mongolfiere” esordio discografico di Testa, venti anni fa e si snoda fino alle ultime canzoni sulle migrazioni moderne e sul tema del lavoro. Bellissima “Cordiali saluti” contenuti immancabilmente nelle finte e feroci lettere di licenziamento. Anche quando i temi cantati fanno salire i brividi a fior di pelle, la serata scivola come una ninna nanna. […] Il concerto è compatto e come sempre raffinato, interessanti gli arrangiamenti e intensa la partecipazione emotiva. Suonano con lui Daniele Santimone chitarra, Nicola Negrini contrabbasso, Philippe Garcia batteria. Facendo le somme è stata proprio una bella serata. Ce ne fossero di così intense impegnate e serene. 'Bravo Testa' grida una voce dal fondo. Tanti applausi e un distacco difficile e silenzioso. Fuori, nella città, la musica è un'altra!”

Maricla Sellari Oggi Magazine – 29 dicembre 2014

“Terra silenziosa di filari e di tartufi, il Piemonte nasconde, in terra e appese al cielo, alcune delle nuove (anche se non più giovani) lucciole sonore del paesaggio italiano. Sono i cantautori sabaudi, parola (cantautori) che mette paura perché sa di vecchio, andato. Eppure c'è qualcosa di squisito in questi musici d'annata che, come un Barolo Monprivato Mascarello, una volta versati esprimono note, colori e consistenza non comuni. Non è un caso che quei calici sonori vengano degustati con sommo gusto altrove, come eccellenze non riproducibili, dalla Francia al Portogallo. […]

Gianmaria Testa da Cavallermaggiore, classe 1958, ha raccolto in un doppio live le sue storie di provincia. Men at work (Egea Music) restituisce a chi ascolta l'emozione di chi ha scritto e cantato: il mondo perduto della campagna piemontese e la metafora rassicurante della ferrovia, che porta lontano, verso l'ignoto con la strada segnata. Lo fa con questa antologia live che parte dalla stazione di Montgolfieres (il primo album) e arriva, per ora, a Vitamia (l'ultimo, del 2011), con alcuni inediti, in particolare Hotel Supramonte di De Andrè e Bubola, interpretata in versione one man band. […]

Ecco appunto, il Piemonte, piccola patria di «Bogia nen» (quelli che non si muovono), è lì che aspetta coltivando i suoi prodotti di nascosto. Non per vergogna, ma per pudore. Quei prodotti bisogna andare a cercarli, con il rischio - tra qualche anno - di non trovarli più nel supermercato sotto casa ma in qualche boutique inaccessibile, dall'altra parte del mondo”

Riccardo Piaggio Il Sole 24 ore - 05 gennaio 2014