PRODUZIONI FUORIVIA
Presenta
Scanzonati
Concerto per trio e voce disturbante
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con
Gabriele Mirabassi clarinetto
Nando Di Modugno chitarra
Pierluigi Balducci basso
E la partecipazione speciale di David Riondino |
Gli amori sospesi - concerto in trio che riunisce il clarinettista Gabriele Mirabassi, il chitarrista Nando Di Modugno e il bassista Pierluigi Balducci, magico ed emozionante percorso sulle rotte di un'America del Sud visionaria e suggestiva, tra jazz e folklore, tra improvvisazione e echi della tradizione classica – è il punto di partenza di questo nuovo progetto, SCANZONATI, che “contamina” il trio musicale con l’incursione della parola, un quarto strumento che viene pronunciato, scandito, “suonato” da David Riondino, cantante, scrittore e drammaturgo, attore e regista, improvvisatore.
Le parole di Ernesto Ragazzoni, uno dei più significativi quanto poco conosciuti poeti umoristici italiani a cavallo tra ‘800 e ‘900, di Chico Buarque e di altri poeti sudamericani, insieme a frammenti storici del repertorio di Riondino, fanno da contrappunto alla scaletta del trio, imprimendo alla serata dei cambi di registro che valorizzano la “seriosità” della musica e infondono una leggerezza sempre cercata, coinvolgendo il pubblico in un appuntamento cordiale come un invito a cena, durante il quale vengono pronunciati suoni e parole belle e emozionanti, oltre che divertenti.
Così Gabriele Mirabassi racconta questo progetto:
«Gli amori sospesi è il punto di partenza: un trio composto da clarinetto, chitarra e basso (tutti e tre strumenti rigorosamente acustici e soprattutto di legno) che suggella l'incontro tra me, umbro, e due straordinari musicisti pugliesi, Nando Di Modugno e Pierluigi Balducci. Il tanto che ci accomuna è curiosamente anche quanto ci differenzia: stesso legno, altre forme, stesso olio, altre olive, un’antichità di pietra, altro colore....il mare no, quello proprio mi manca e basta!
Quello che indiscutibilmente unisce questo trio è la voglia di fare musica insieme, musica che rifletta i valori musicali in cui ci riconosciamo profondamente. Il gusto per le belle melodie prima di tutto, di quelle che si portano a casa e ci seguono nella vita quotidiana, o che rimangono ad aspettarci quando le sensazioni speciali alle quali si sono volute aggrappare tornano a farci visita. Poi il ritmo, duttile, al quale reggersi per stare insieme davvero, capace sia di portarci lontano con lo swing di un treno in corsa, come ci hanno insegnato i grandi maestri afroamericani, sia di esplorare lo spazio palmo a palmo, muovendosi per cerchi concentrici, come un grande respiro, quello della musica da camera europea.
Ci piace la musica raffinata e sofisticata, è vero, ma non crediamo che questo sia in antitesi con l’altra qualità che la musica deve avere, e cioè quella dell’immediatezza. Vivo con sempre maggiore insofferenza la rappresentazione caricaturale secondo la quale il musicista dovrebbe essere o preda di una supposta e incontrollabile ispirazione alla quale la sua anima sensibile non può che abbandonarsi, regalando al pubblico emozioni e sentimenti autentici ed immediati, oppure una figura mistica e ieratica che alimenta la distanza fra il suo essere eletto ed il pubblico con oscure ed esoteriche ritualità.
Un grandissimo e purtroppo negletto poeta italiano di inizio secolo, Ernesto Ragazzoni, mi ha fornito le parole migliori per descrivere la mia posizione rispetto a tutto ciò: “ Io ...fo buchi nella sabbia”!!!
Se ne vedono nel mondo
che son osti... cavadenti
boja, eccetera... (o, secondo
le fortune grand'Orienti).
C'è chi taglia e cuce brache,
chi leoni addestra in gabbia,
chi va in cerca di lumache...
Io... fo buchi nella sabbia.
I poeti anime elette,
riman laudi e piagnistei
per l'amore di Giuliette
di cui mai sono i Romei!
I fedeli questurini
metton argini alla rabbia
dei colpevoli assassini...
Io... fo buchi nella sabbia.
Sento intorno sussurrarmi
che ci sono altri mestieri...
Bravi... A voi! Scolpite marmi,
combattete il beri-beri,
allevate ostriche a Chioggia,
filugelli in Cadenabbia,
fabbricate parapioggia
Io... fo buchi nella sabbia.
O cogliate la cicoria
e gli allori. A voi! Dio v'abbia
tutti quanti, in pace, e gloria!
Io... fo buchi nella sabbia.
Ernesto Ragazzoni (1870-1920
Voglio dire che la musica è più bella, più importante, lei sì più sacra di chi la fa,: il nostro dovere è volerle bene, accudirla, non tradirla....per il resto “io... fo buchi nella sabbia”.
Mi è piaciuta l'idea di mettere in piazza, più che in scena, questo nostro piccolo disincanto e mi è sembrato più che naturale rivolgermi a Ragazzoni e a colui che me lo ha fatto scoprire, David Riondino, col quale condivido una larga fetta di passioni e interessi, oltre a questa gran voglia di conoscere, leggere, vedere e ascoltare, sempre alla ricerca di quella leggerezza che Calvino così mirabilmente esalta nelle sue lezioni americane.
Ne è venuto fuori un invito, semplice e cordiale come un invito a cena, dove David partecipa al nostro concerto come se fosse un quarto musicista ospite. Condivide con noi sedia, leggio e microfono, senza la pretesa di pretestuose messinscene o contaminazioni di linguaggi, interviene suonando con noi il suo semplice quanto potente strumento: la parola.
Una Parola
Parola prima
Una parola sola, la cruda parola
Che vuol dire
Tutto
Prima che si capisca, parola
Parola viva
Parola con temperatura, parola
Che si produce
Muta
Fatta di luce più che di vento, parola
Parola docile
Parola d'acqua per qualsiasi confine
Che si mette in secchio, in verso
In dolore
Qualsiasi forma per restare parola
Parola mia
Materia, mia creatura, parola
Che mi conduce
Muto
E che mi scrive disattento, parola
Forse di notte
Quasi-parola che uno di noi mormora
Che lei mischia le lettere che io invento
Altre pronunce del piacere, parola
Parola buona
Non per fare letteratura, parola
Più da abitare
Fondo
Il cuore del pensiero, parola.
(Chico Buarque de Hollanda)
E dire che, prima di conoscerlo di persona, in realtà il buon Riondino è stato per me fonte di amarezze e frustrazioni indicibili.
Ho passato anni lavorando per portare qui da noi quel mondo musicale straordinario e per lo più sconosciuto che ho scoperto frequentando il Brasile, e mi sono sempre scontrato con un muro di stereotipi, il più persistente dei quali nasceva proprio dal personaggio che portò David al successo popolare nelle sue giovanili apparizioni al Maurizio Costanzo show: Joao Mesquinho, padre del movimento poetico del “Constatazionismo”, che prendeva in giro Vinicius de Moraes, Toquinho e compagnia cantante intonando demenziali filastrocche a tempo di bossa nova, intercalate da quel “u gegè u gegè” che dopo tanti anni ancora inevitabilmente risuona in generazioni intere di italiani al pensiero generico dell'artista brasiliano. Adesso, il fatto di invitare “Joao Mesquinho” sul palco con noi ha rappresentato finalmente per me la piena elaborazione dell'annoso disagio che mi aveva procurato. Insieme a Ragazzoni e Chico Buarque, a oscuri poeti sudamericani e a pezzi storici del suo repertorio, David contrappunta la nostra scaletta in veste di coinvolto, stralunato, ma sempre rispettoso disturbatore, imprimendo alla serata repentini cambi di registro che finiscono per valorizzare la sostanziale “seriosità” della nostra musica.
Alla fine, se il risultato è una serata trascorsa insieme senza prenderci troppo sul serio, ma pronunciando suoni e parole belle e emozionanti e, perché no, divertenti, abbiamo raggiunto lo scopo, allo stesso tempo minimo e grandioso, che ci siamo proposti, fermo restando che comunque “io... fo buchi nella sabbia”.»
Gabriele Mirabassi
BIOGRAFIE
GABRIELE MIRABASSI clarinetto
Clarinettista italiano che si muove con uguale disinvoltura sia nella musica classica che nel jazz. Negli ultimi anni poi svolge una ricerca approfondita sulla musica strumentale popolare brasiliana e sudamericana in genere. Collabora inoltre sistematicamente con artisti di ambiti eterogenei, partecipando a progetti di teatro, danza, canzone d’autore, ecc…
Le collaborazioni quindi nel corso degli anni sono state numerosissime. Nel jazz, fra i tanti Richard Galliano, Enrico Rava, Enrico Pieranunzi, Marc Johnson, John Taylor, Steve Swallow, Stefano Battaglia, Roberto Gatto, Rabih Abu Khalil, Edmar Castaneda. In Brasile: Guinga, André Mehmari, Monica Salmaso, Sergio Assad, Trio Madeira Brasil, Orquestra a Base de Sopro di Curitiba e molti altri.
Nella musica classica: John Cage, Mario Brunello, Andrea Lucchesini, Marco Rizzi, Orchestra Filarmonica Marchigiana, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Orchestra d’Archi italiana, Banda Sinfonica do Estado de Sao Paoulo, Ensemble Conductus, Orchestra Bruno Maderna ecc… Inoltre ha collaborato in vari ambiti (teatro, canzone d’autore, danza) con, per citarne solo alcuni, Gianmaria Testa, Erri De Luca, Ivano Fossati, Sergio Cammariere, Mina, Giorgio Rossi, David Riondino, Marco Paolini.
Oltre ad essere leader del quartetto Canto di ebano (premiato col Premio della Critica Arrigo Polillo come “Miglior disco dell’anno TopJazz 2008”) suona attualmente in duo con i chitarristi brasiliani Guinga e Roberto Taufic (con quest’ultimo condivide il progetto Um Brasil diferente) col pianista André Mehmari (con cui ha dato vita a Miramari), col pianista Andrea Lucchesini, con Richard Galliano, con Enrico Pieranunzi, in trio con Nando Di Modugno e Pierluigi Balducci (Gli amori sospesi), in trio con Roberto Taufic e Cristina Renzetti (nel progetto Correnteza).
Particolarmente interessato alla definizione di una poetica musicale che faccia incontrare il repertorio colto con quello popolare, presenta un programma di opere solistiche per clarinetto e orchestra d’archi da lui appositamente commissionate.
DISCOGRAFIA SELEZIONATA
Coloriage (1992) – Egea (con Richard Galliano)
Fiabe (1995) – Egea (con Stefano Battaglia)
Come una volta (1996) – Egea (con Battista Lena, Enzo Pietropaoli e Gianni Coscia)
Cambaluc (1998) – Egea (con Richard Galliano, Riccartdo tesi, Quartetto Namaste e altri)
Velho Retrato(1999) - Egea (con Sergio Assad)
Racconti mediterranei (2000) – Egea ( con Enrico Pieranunzi e Marc Johnson)
Latakia Blend (2002) - Enja (con Luciano Biondini e Michel Godard)
Graffiando Vento (2004) – Egea (con Guinga)
New Old Age (2005) – Egea ( con John Taylor e Steve Swallow)
Canto di ebano (2008) – Egea (con Peo Alfonsi, Salvatore Maiore e Alfred Kramer)
Miramari (2010) – Egea ( con Andrè Mehmari)
A testa in giù (2013) – Egea (con l'Orquestra a base de sopro de Curitiba)
Um Brasil diferente (2014) – Dodicilune
Gli Amori Sospesi (2015) - Dodicilune
NANDO DI MODUGNO chitarra classica
Cresciuto in un ambiente musicale (il padre ed il fratello maggiore sono musicisti), ha svolto gli studi accademici nel Conservatorio della sua città, Bari, dove si è diplomato con lode nella classe di Linda Calsolaro già alunna di Andres Segovia.
La sua formazione musicale è proseguita continuando gli studi con altri illustri ex alunni del grande chitarrista spagnolo: ha seguito diverse master class con Alirio Diaz (ottenendo vari diplomi di merito) con Josè Tomas e soprattutto con Oscar Ghiglia. Con Ghiglia ha studiato anche all'Accademia Chigiana di Siena (diploma di merito nell' 88) e per tre anni alla Musik Akademie di Basilea dove ha conseguito il Solisten Diplom. Appassionato alla letteratura delle varie epoche storiche del suo strumento, Nando Di Modugno è anche particolarmente interessato alle diverse forme di espressione musicale contemporanea: la sua versatilità e la sua curiosità musicale gli hanno consentito di collaborare con musicisti di varia estrazione e di condividere esperienze musicali disparate in Italia e all'estero (Francia, Svizzera, Germania, Ungheria, Svezia, Belgio, Messico, Australia, Grecia, Tunisia). Ha eseguito in prima esecuzione brani solistici (alcuni dei quali a lui dedicati come Solo di R. Minella e la Toccata di G. Tamborrino) e d'insieme (W. Mitterer, V. Hein); ha suonato con orchestre (S.Cecilia, Teatro S. Carlo, Provincia di Bari, Teatro Petruzzelli, Carlo Felice di Genova, Basel Sinfonietta) sotto la direzione, fra gli altri, di Daniele Gatti, Jurg Henneberger e Peter Eotvos; ha collaborato con diversi ensemble di musica contemporanea come i Solisti Dauni e gli svizzeri Phoenix e Nouvel Ensemble Contemporain (con questi ultimi di recente ha eseguito il "Marteau sans Maitre" di P. Boulez a Neuchatel e a La Chaux-de-Fonds); ha partecipato a registrazioni di diverse colonne sonore e suonato con i premi Oscar Ennio Morricone, Howard Shore (Il Signore defli Anelli) e Nicola Piovani (con quest’ultimo suona regolarmente in vari progetti concertistici); ha collaborato con musicisti jazz quali Pierre Favre , Jay Rodriguez, Fabrizio Bosso, Gabriele Mirabassi e Bobby McFerrin e con attori di teatro del calibro di Arnoldo Foà, Luca De Filippo e Massimo Wertmuller; da alcuni anni suona in duo ed in gruppi più estesi con il sassofonista jazz Roberto Ottaviano.
La sua attività discografica comprende l’interpretazione di Platero y yo opera del compositore fiorentino Mario Castelnuovo-Tedesco (con l'attore Rocco Capri Chiumarulo) e, in veste di solista con orchestra, la prima incisione del Doppio e del Triplo Concerto del compositore barese Raffaele Gervasio (con l'Orchestra Sinfonica di Matera e la direzione di Vito Clemente). Quest'ultima incisione ha ottenuto ottime recensioni dalla critica del settore (la rivista francese "Le monde de la Musique", e diverse riviste musicali giapponesi). A inoltre partecipato a registrazioni che fanno parte dell’Enciclopedia di Musica concentrazionaria e sul versante jazzistico ha collaborato all’ultimo lavoro discografico di Roberto Ottaviano Un dio clandestino recentemente pubblicato dall’etichetta Dodicilune.
È docente di chitarra presso il Conservatorio "N. Piccinni" di Bari.
Suona una Domingo Esteso del 1935 e una Dominique Field del 1990
PIERLUIGI BALDUCCI basso acustico
Bassista elettrico e acustico tra i più interessanti della scena jazzistica italiana, Pierluigi Balducci si è esibito in numerosi festival e jazzclubs in Italia ed in tutto il mondo (in particolare in Germania, Svizzera, Austria, Croazia, Marocco, Corea del Sud, Taiwan). Ha collaborato con musicisti quali Ernst Reijseger, Robert Bonisolo, Luciano Biondini, Fabrizio Bosso, Gabriele Mirabassi, Javier Girotto, Michele Rabbia, Antonio Tosques, e molti altri. È attualmente co-leader della formazione Nuevo Tango Ensamble, tra le più significative formazioni europee nel suo genere.
Come leader, ha invece pubblicato a suo nome sei album. Il suo ultimo lavoro, recentemente pubblicato, è stato inciso con John Taylor al piano e Paul McCandless all'oboe, nomi storici del jazz mondiale. A riconoscimento di questa sua attività da leader e compositore, Le riviste Jazzit e Jazzmagazine gli hanno dedicato spesso ampie interviste. I suoi dischi sono stati inoltre recensiti dalla stampa specializzata italiana e americana, riscuotendo spesso riconoscimenti particolari per la loro qualità artistica.
Nel 2009 si è classificato al terzo posto nella categoria 'Miglior Compositore' del referendum Top Jazz indetto dalla rivista Musica Jazz, mentre il Jazzit Award promosso dalla rivista Jazzit lo include ormai da anni nella top ten dei migliori bassisti elettrici italiani. È sua la colonna sonora di A ma soeur, film di Catherine Breillat, in concorso al Festival di Berlino (2001). Il suo ensemble ha inciso inoltre la sigla del film Galantuomini di Edoardo Winspeare. Inoltre ha all’attivo anche performance live per Rai Radio Tre e per la Bayerischer Rundfunk. Recentemente, gli è stata dedicata una voce nel Dizionario del jazz italiano, edito nel 2014 dalla Feltrinelli.
Da anni insegna basso elettrico in alcuni conservatori Italiani.
DISCOGRAFIA ESSENZIALE
1996 - Tavernanova: Matengue (Anagrumba BMG 74321 408652)
1998 - Finesterrae: Finesterrae (Equipe EQ98J005)
2000 - Pierluigi Balducci QuartETHNO: Niebla (Splasc(h) Records H711.2)
2003 - Pierluigi Balducci: Il peso delle nuvole (Splasc(h) Records H852.2)
2005 - Pierluigi Balducci Ensemble: Rouge! (Splasc(h) Records H872.2)
2006 - Pierluigi Balducci Small Ensemble: Leggero (Dodicilune ED229)
2007 - Antonio Tosques Quartet: Synopsis (Dodicilune ED232)
2009 - Pierluigi Balducci: Stupor Mundi (Dodicilune ED250)
2009 - Gabriele Rampino: Galantuomini (Dodicilune ED260)
2010 - Onofrio Paciulli: Musicopoli (Philology)
2010 - Balducci/Brunod/Raviglia: Cherry Dance (Monk Records Cd003)
2011 - Nuevo Tango Ensamble: D'Impulso (Jazzhaus Records - distr. EGEA)
2012 - Serena Spedicato: My Waits. Tom Waits Songbook (Koinè by Dodicilune - distr. IRD)
2012 - Pierluigi Balducci, feat. John Taylor and Paul McCandless: Blue from heaven (Dodicilune ED303 - distr. IRD)
2015 - Mirabassi, Di Modugno, Balducci: Amori sospesi (Dodicilune ED333)
BIBLIOGRAFIA
2009 - Pierluigi Balducci: Bach on the bass - The first cello suite transcribed and fingered for 5 and 4 string electric bass (Salatino Edizioni Musicali)
DAVID RIONDINO
Toscano, classe 1952, ha lavorato dieci anni a Firenze alla Biblioteca Nazionale. Artisticamente nasce con la generazione dei cantautori degli anni Settanta: pubblica dischi e compone canzoni in quegli anni abbastanza conosciute, come La canzone dei piedi e Ci ho un rapporto. Giovanissimo (1975) debutta al teatro Zelig di Milano e comincia un percorso professionale che lo porta ad esplorare quasi tutte le forme di comunicazione. Nella musica comincia con un’opera prima passata quasi inosservata alla fine degli anni Settanta, un album serioso come Boulevard, quel Tango dei miracoli ormai introvabile, uscito solo in edicola con illustrazioni di Milo Manara, e poi Racconti picareschi (1989), Non svegliate l’amore (1991), Temporale (1994), Quando vengono le ballerine (1995). Partecipa a Sanremo in coppia con Sabina Guzzanti con la canzone Troppo sole (1995). Collabora come verseggiatore satirico a riviste ormai storiche come Tango, Il male, Cuore, nonché a Comix e Manifesto. Nel cinema dopo Kamikazen (1987) con Paolo Rossi, è la volta di Cavalli si nasce (1989), esordio cinematografico del disegnatore Sergio Staino; la sua prima regia del 1997 è Cuba Libre (1997), realizzato in collaborazione con la scuola di cinematografia dell’Avana.
Singolare anche la sua attività in televisione dove partecipa ad alcune delle trasmissioni televisive tra le più interessanti e innovative della recente storia della televisione come Lupo solitario, Fuori orario, Aperto per ferie, L’araba fenice, fino al personaggio che più gli dà popolarità presso il pubblico del piccolo schermo, quel Joao Mesquinho, cantautore brasiliano inventato per il Maurizio Costanzo Show; nel 2000 e 2001 partecipa al cast della trasmissione di Fabio Fazio Quelli che il Calcio. Nel 2002 partecipa alla trasmissione Velisti per caso, navigando per un mese con Patrizio Roversi nella barca Adriatica. Nel 2003 partecipa alla fortunata trasmissione di Rai 2 Bulldozer, condotta da Dario Vergassola e Federica Panicucci. Nel 2005 Una poltrona per due per LA 7.
Sfuggito grazie alla sua poliedricità ai più comuni cliché artistici, definisce l’intellettuale “una persona fisica, che comunica, che partecipa, che sa trasformare la sua esperienza in qualcosa che serva anche agli altri, che non trasforma il sapere in potere, che ha un’idea sentimentale del comunicare” ed è alla ricerca di un nuovo linguaggio, la perfetta commistione tra musica, scrittura e disegno”. In questo percorso all’insegna della trasversalità Riondino ha incontrato A tutto volume, il programma di libri delle reti Fininvest (1992/93/94), che ha fatto dell’alternanza di ritmi e di linguaggi, della fusione tra diversi piani di comunicazione (narrativo, visivo, musicale) la sua arma vincente.
Il teatro resta comunque la sua attività principale. La sua attività teatrale parte dal Romanzo Picaresco (1989) all’esperienza con Paolo Rossi in Chiamatemi Kowalski e La commedia da due lire (1990), per continuare con Paesaggi dopo la battaglia (1991), Seminario sulla verità (1992), O patria mia (1993/94) con la regia di Giuseppe Bertolucci e la partecipazione di Sabina Guzzanti, Paolo Bessegato e Antonio Catania; Solo con un piazzato bianco (1996), recital di e con David Riondino.
Gli ultimi spettacoli realizzati da Riondino rappresentano sempre di più la scelta di un teatro all’insegna della commistione di generi fra poesia, satira, testi classici più o meno noti e musica dal vivo (eseguita anche con complessi bandistici o gruppi di strumentisti jazz o classici): possiamo citare tra questi il Trombettiere di Custer, con Antonio Catania Enrico Rava e Stefano Bollani, “Inferno, prodotto da Magazzini con Sandro Lombardi, La buona novella di Fabrizio De Andrè, o ancora Il poema di Garibaldi, dall’autobiografia in versi di Giuseppe Garibaldi.
Le ultime fatiche sempre all’insegna della commistione di generi sono lo spettacolo Dedicato a Ernesto Ragazzoni, con letture del poeta e Il Pittore e la modella, spettacolo – conferenza con David Riondino e Milo Manara, con i disegni di Manara proiettati in grande schermo, l’operina La cantata dei pastori immobili insieme a Stefano Bollani e il recital Fermata provvisoria.
Dal 1999 si occupa di progetti speciali con i corpi bandistici allestendo alcuni spettacoli di interesse nazionale come La buona novella di Fabrizio De Andrè, Il Corsaro Nero di Verne, Il poema di Garibald,” da realizzarsi insieme alla banda dei vari luoghi in cui si allestisce lo spettacolo.
E’ su questa linea di incontro tra generi e artisti di diverse provenienze che si sviluppa anche la sua attività di direttore e consulente artistico.
Dalla Stagione 1999-2000 è consulente artistico del Teatro degli Illuminati di Città di Castello, dove cura le stagioni teatrali e gli eventi relativi.
Inoltre dal 1997 è il Direttore Artistico della rassegna estiva Il Giardino della Poesia, rassegna di poesia contemporanea a San Mauro Pascoli e dal 1999 al 2006 è il Direttore Artistico della manifestazione Festival del Mare che si svolge in varie località della riviera romagnola.
Dal 2003 è direttore artistico del Teatro all’improvviso presso il Teatro delle Rocce di Gavorrano
Sempre dal 2003 è direttore artistico del Fossombrone teatro Festival.
Dal 2006 è Direttore Artistico del Francigena Festival.
Sempre dal 2006 fonda L’Accademia dell’Ottava progetto che ha come obbiettivo il recupero della tradizione orale toscana.
I festival si avvalgono dell’organizzazione della Giano srl società dello Stesso Riondino.
PER INFO:
Produzioni Fuorivia
tel. + 39 0173 366549
e-mail: info@produzionifuorivia.it
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