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GUARDA CHE LUNA!
con Banda Osiris, Enrico Rava, Gianmaria Testa, Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli, Piero Ponzo
disegno luci di Maurizio Viani
coordinamento scenico di Giorgio Gallione
PRODUZIONI FUORIVIA – TEATRO STABILE DI TORINO

ALCUNI ESTRATTI DELLA RASSEGNA STAMPA
2001-2002-2003
-2004

L’ORSO D’ARGENTO ANCHE A CUNEO
di Massimiliano Cavallo
da “La Guida”, 20 febbraio 2004

“ Cuneo.Sul palco del Toselli per una sera c’è stato anche l’Orso d’argento del Festival del cinema di Berlino. È accaduto domenica sera in un teatro gremito di cuneesi venuti per godersi uno spettacolo davvero ben riuscito “Guarda che luna!”. Su quel palco far da padrone è toccato a Gianmaria Testa, il cantautore cuneese, amatissimo in Francia e in Canada, e finalmente conosciuto e apprezzato anche in Italia. E c’erano i quattro della Banda Osiris, appena premiati la sera precedente alla Berlinale, il Festival del cinema di Berlino, che insieme a Cannes e a Venezia, rappresenta l’Oscar europeo del cinema d’autore…Lo spettacolo prodotto da Fuorivia e dallo Stabile di Torino, ha fatto registrare il tutto esaurito dal debutto di tre mesi fa e bastano pochi minuti per rendersi del perché anche a Cuneo sono rimaste fuori dal teatro più di trecento persone. Divertimento, ottima musica, ricordi di canzoni, quelle di Fred Buscaglione che non hanno solo segnato un’epoca ma che sono entrate nel comune bagaglio di conoscenze. Tutto concorre in perfetta sintonia allo spettacolo: la tromba di Enrico Rava, il clarinetto di Piero Ponzo, il contrabbasso di Enzo Pietropaoli, il pianoforte del bravissimo Stefano Bollani, la chitarra e soprattutto la voce di Gianmaria Testa, che oltre a suonare e cantare, racconta e sa raccontare di vita ed emozioni, e la musica e le gag della Banda Osiris…”


LA BANDA GIOCA CON LA MUSICA
di Luigi Fertonani
da “Bresciaoggi”, 20 febbraio 2004

“ È ben più di un omaggio a Fred Buscaglione lo spettacolo “Guarda che luna!” con la Banda Osiris, in scena fino a domenica al teatro Grande per la stagione di prosa: due ore di musica ma anche di risate a crepapelle per quell’autoironia che questi splendidi musicisti sanno tirare fuori a ogni piè sospinto, inventando gags in una specie di pirotecnica passerella nella quale la musica dell’indimenticabile Fred è spunto ma anche sfondo per veri e propri siparietti. Divertentissimi.
L’inizio è quasi poetico, con quella luna finta e poetica cui Gianmaria Testa, con la sua chitarra, rivolge l’omaggio della canzone di Fred Buscaglione. Ma subito dopo l’atmosfera si fa più leggera grazie agli esilaranti interventi del pianista Stefano Bollani, che regolarmente si ribella a ciò che c’è scritto sulla carta da musica e parte per la tangente, citando un po’ di tutto, dalla sigla della “Bonanza” al “Rondò alla turca” di Mozart. E se Enrico Rava e la sua splendida tromba vogliono regalarci morbide, jazzistiche variazioni su “Besame mucho”, ecco che il pianista va a finire sul tema di “Love story” o su quello del “Padrino”, scoprendo affinità melodiche e armoniche fino a un attimo prima insospettate. Un gioco, insomma, ma di livello musicale molto, molto alto che qualche profano potrebbe scambiare per “naturale facilità” ma che presuppone, invece studio, creatività, pazienza e tanta voglia di suonare insieme…”


GUARDA CHE LUNA IN MEZZO A TANTE STELLE
di Luigi Scardigli
da “Il Tirreno”, 13 febbraio 2004

“ Ci si può divertire e ridere fino a crepapelle, ascoltando sette musicisti straordinari intenti a rileggere a loro modo, beninteso, l’epico e leggendario Fred Buscaglione?
Sì, ve lo assicuriamo…Con un cantastorie della portata di Gianmaria Testa, la musica delle balere mimata, prima che suonata, da quei signori di mezza età della Banda Osiris e magistralmente sporcata dalla purezza del jazz, sontuoso e sublime di Enrico Rava e Stefano Bollani. Lo spettacolo di Pistoia è stato un atto di “antropofagia” , di come la musica datata fino all’inverosimile, possa essere ripresentata e detta in tutt’altra lingua…”


«GUARDA CHE LUNA!» TRA GHIGNO E POESIA
di Francesco Mazzotta
da Corriere della Sera, 6 febbraio 2004

“Buscaglione voleva la luna. E l’altra sera era quasi piena, mentre al teatro Kennedy di Fasano andava in scena lo spettacolo a lui dedicato Guarda che luna! , programmato da Fasanomusica un giorno dopo il quarantaquattresimo anniversario della sua scomparsa…
Fu nei locali della sua Torino che iniziò a sbarcare il lunario prima di affermarsi come cantante, in quei night club alle cui atmosfere consumate si richiamano le divertenti situazioni di vaudeville di Guarda che luna!, che dopo il grande successo ottenuto nell’estate del 2002 a Umbria Jazz e le successive riprese in giro per la penisola, è arrivato in Puglia con il suo carico di «all stars». Stelle prestate al gioco della goliardia, quasi tutte nate o cresciute in terra piemontese, da Gianmaria Testa, lo chansonnier cuneese che piace ai francesi, agli imprevedibili musicisti della Banda Osiris, nata una ventina d’anni fa dalle parti di Vercelli, passando per il clarinettista Piero Ponzo. Lo stesso trombettista triestino Enrico Rava ha trascorso a Torino buona parte della sua vita, così come il funambolico pianista toscano Stefano Bollani è cresciuto nelle Langhe.
Alla fine, l’unico«straniero» risulta il contrabbassista Enzo Pietropaoli, che però vanta con Testa una solida complicità…Ci sono, però, anche momenti di poesia nella voce di Testa, nei suoni rotondi e a tratti nervosi di Rava, nelle pirotecniche invenzioni di Bollani, nel morbido passeggiare sulle corde di Pietropaoli, come nei composti fraseggi di Ponzo. E c’è poesia persino nelle «provocazioni» della Banda Osiris, davvero incontenibile con la sua fisicità da avanspettacolo.”


UN CHIARO DI LUNA CON FRED
da “Gazzetta del mezzogiorno”, 6 febbraio 2004

“ Non è facile definire questo spettacolo che, allestito inizialmente per il teatro Carignano di Torino, ha toccato due estati fa Umbria Jazz, per proseguire episodicamente con brevi tournée…Leggero e senza pretese, Guarda che luna! S’impone con la freshezza con cui accompagna la platea nell’universo di Buscaglione e tuttavia, è inevitabile provare un sano senso di divertimento davanti alle sortite di Bollani, che messo di fronte a un contesto nel quale poter fare l’istrione, finisce per sguazzarci come se fare il comico fosse da sempre la sua attività principale…Numerose le risate e gli applausi del numerosissimo pubblico accorso al teatro Kennedy, premiato dalla «compagnia»con una serie di bis, fra i quali spiccavano il Biancaluna di Testa e un gustosissimo Fra’ Martino della Banda Osiris…”


L’IMPORTANZA DELLA LUNA PIENA
di Mauro Alvoni
da “La Nuova Ferrara” – 09 febbraio 2003

“ Dedicato a chi ha mantenuto la capacità di sognare, a chi ama immergersi in atmosfere nostalgiche, notturne e fumose, ma anche a chi sa riprendersi dal torpore e recuperare la voglia di giocare, di scherzare, a costo di essere un po’ clown e un po’ buffone. L’importante è che la Luna sia quella giusta: cioè piena, rigorosamente piena. E quindi metafora dell’intensità del vivere. In Guarda che Luna, rappresentato al Comunale di Ferrara, sono ben presenti tutti questi elementi. Il sogno, quello della tromba di Enrico Rava; uno strumento che nelle mani del “maestro” sembra assumere vita autonoma, modulare la voce quasi a formulare discorsi compiuti. L’atmosfera nostalgica fatta rivivere da Gianmaria Testa, dalla sua voce roca e profonda. Ed infine lo scherzo, il gioco che diventa umorismo musicale, quello di una Banda Osiris che ad ogni occasione trasfigura la scena ponendola al servizio dell’ironia, creando gags surreali e tragicomiche.
Resta sullo sfondo, a sbirciare ciò che avviene in suo nome, quella luna piena di sé che domina dall’alto il palcoscenico.”


DALLA FINESTRA SPUNTA FRED
di Alessandro Taverna
da “La Nuova Ferrara” – 07 febbraio 2003

“ Lo spettacolo Guarda che Luna! si presenta da solo. L’originalità della proposta, che fonde insieme musica, teatro e comicità, riscuote un immediato successo. Il dispendio di energia fisica, il ritmo vorticoso e le continue sorprese diventano la cifra stilistica del gruppo, la musica l’asse portante e al tempo stesso collante drammaturgico. Musica di tutti i generi, miscelata con ironia e una buona dose di dissacrazione, e anche musica come suggestione sonora e visiva; musica intesa come divertimento che ci si prende nell’eseguirla e naturalmente nell’ascoltarla. ”


AL CARIGNANO UNA BELLA SERATA CON I FUNAMBOLI DELLA MUSICA E DEL TEATRO
di Armando Caruso
da “La Stampa” – 12 dicembre 2002

“Guarda che Luna! Una luna piena, materna, dispensatrice di malinconie. E’ fissa lì, nel cielo blu sul palcoscenico del Carignano. Sotto, sulla Terra matrigna, vendicatrice, musici, poeti, parolieri, clown. Capovolgono musica e parole come succede ai vetrini di un caleidoscopio….. Guarda che Luna è uno spaccato di vita di funamboli del pianoforte, della tromba, della chitarra, della voce, della batteria, del contrabbasso, del clarinetto, del basso tuba, del trombone, che reinventano la storia di Fred Buscaglione, emblema dei poeti giramondo, innamorato dell’amore, delle parole, delle sue canzoni.
Battute, suoni e ‘a soli’ da brivido che rendono esilarante la serata e frizzante il dialogo con il pubblico. Applausi a scena aperta.”


BUSCAGLIONE RIVIVE OGGI TRA JAZZ E GAG
di Enzo Gentile
da “La Repubblica” - 30 novembre 2002

“Con la musica e le canzoni sempre più di rado si riesce ad essere divertenti ed allegri : dunque suona gradevolmente atipico e sorprendente lo spettacolo “Guarda che Luna”…
Il gruppone che presidia amabilmente il palco per un’ora e mezza è composto ed eterogeneo : pare di essere ora in un raffinato club, ora in una sgangherata balera, visti gli umori che si intersecano, con buone battute che si bilanciano alle strampalate gag, affidate soprattutto alla Banda Osiris. Quest’ultima è affiancata da Gianmaria Testa, ferroviere-chansonnier e da alcuni tra i jazzisti più espressivi del panorama italiano, capeggiati da Enrico Rava alla tromba e Stefano Bollani al pianoforte.”


FRED, IL JAZZ IN UNA CANZONE
di Marco Mangiarotti
da “ Il Giorno” - 30 novembre 2002

“Vale davvero una sosta al Teatro Smeraldo “Guarda che Luna”, striscia dell’immaginario buscaglioniano dove Gianmaria Testa, Enrico Rava, Banda Osiris, Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli e Piero Ponzo inventano divagazioni sentimentali e musicali, improvvisazioni comiche jazzistiche, monologhi e follie con il pretesto di Fred. Torino e la musica del night. Balere, fabbrica e malavita. Fred Buscaglione e altro, perché ognuno apre la valigia dei ricordi. Esce dagli schemi. A Cominciare da un Gianmaria Testa credibile e roco, voce recitante e complice di questo spettacolo a scatole cinesi, fatto di delizie strumentali e improvvisazione totale.
Uno spettacolo fatto di gioco e ironia. Magnifico.”



FUMO, SWING E RISATE “ALL STAR” PER IL GRANDE FRED BUSCAGLIONE
di Alberto Tonti
da “La Stampa” - 28 novembre 2002

“Guarda che Luna” è uno spettacolo da non perdere. Sulla scena la Banda Osiris, Enrico Rava, Gianmaria Testa, Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli e Piero Ponzo si sono alternati in una serie di brani e di “quadri” di alta godibilità. Il filo conduttore è la musica del grande Buscaglione, ma sulle tavole del palcoscenico l’atmosfera è variegata: dagli squisiti assoli della tromba di Rava, alle esileranti gag della Banda Osiris, alle vibranti corde vocali di un Gianmaria Testa davvero ispirato.Tra i brani dello spettacolo ci sono “L’automobile”, “Eri piccola” e “ Che notte!” . Ma anche una splendida “My Funny Valentine””. Alla fine, tutti in fila, con alle spalle una scenografia semplice quanto bella, i protagonisti ringraziando il gentile pubblico che saluta con un applauso lungo, scrosciante e più che meritato.”

NOTE E IRONIA IN RICORDO DI FRED
di Valeria Crippa
da “ Il Corriere della Sera” - 24 novembre 2002

“Senza la voglia dell’amarcord, ma con il desiderio di suonare intorno alla musica di Buscaglione, è nato “Guarda che Luna”, schow-concerto travolto da incontenibile successo di pubblico e di critica. E’ un omaggio in cui Buscaglione c’è e non c’è, in un gioco di chiaroscuri che accosta un vate del jazz, Enrico Rava, a un cantautore della sensibilità di Gianmaria Testa, a un giovane virtuoso del pianoforte, Stefano Bollani, a due musicisti capaci di stupire, con il contrabbasso (Enzo Pietropaoli) e con il clarinetto (Pier Renzo Ponzo), a uno svaporato quartetto di guitti dell’ironia e della musica che ha fatto dell’improvvisazione più goliardica il proprio riconosciuto marchio di fabbrica, la Banda Osiris. Più che un omaggio è un ritratto cubista di Buscaglione. Intorno a un canovaccio già abbozzato, dove ha spazio la canzone popolare piemontese, il gioco dell’improvvisazione si rinnova ogni sera in una sfida sul palco che non esclude la platea.”

TUTTI INSIEME PER RICORDARE BUSCAGLIONE
di Miriam D’Ambrosio
da “ Il Giornale” - 24 novembre 2002

“Notti troppo brevi vissute nelle balere. Note sensuali, ironiche, struggenti nelle orecchie, tra un sorso di whisky, un sorriso ammiccante e nuvole di fumo. Tavoli da gioco, donne seducenti, luccichii di abiti, sguardi eloquenti mentre la vita brucia come una sigaretta sul bordo del posacenere.
Suggerire atmosfere, preservando lo spirito di un’epoca è nella volontà degli artisti che portano in scena “Guarda che Luna”, uno spettacolo che è fusione di jazz, canzone italiana, comicità e con un importante messaggio da comunicare : il tempo di Buscaglione vive perché appartiene all’anima italiana, autoironica e malinconica.
Rigore professionale stemperato dalla capacità di improvvisare, variando di sera in sera un canovaccio prestabilito, lascia ampio spazio al sorriso.”


JAZZ E CABARET PER BUSCAGLIONE
di Antonio Orlando
da “ Corriere della Sera” (Vivi Milano) - 20 novembre 2002

“Fred Buscaglione ma non solo. “Guarda che Luna” è uno spettacolo ricco, originale, frutto della passione di un gruppo eterogeneo di musicisti. Sono partiti da punti di vista differenti (jazz, canzone d’autore, cabaret) per incontrarsi in questo progetto appassionante : sul palco, un’ideale balera dei tardi anni Cinquanta, si inseguono memorie e suggestioni, melodie mitiche e ricordi. Allo spettacolo ognuno contribuisce come sa e come vuole : Stefano Bollani, al pianoforte cuce il filo della melodia come omaggio filologico, Gianmaria Testa ha l’approccio elegante e sensibile del cantautore mai troppo aderente all’attualità; la Banda Osiris regala un’ironia stralunata e improvvisa; Enrico Rava sorvola tutto e tutti con la purezza della sua tromba jazz.”

BUSCAGLIONE E IL TRIONFO DEL JAZZ IMPURO
di Giacomo Pellicciottti
da “La Repubblica” - 14 luglio 2002

“Al Teatro Turreno, Guarda che Luna che ha praticamente inaugurato il festival (Umbria Jazz 2002), ha suscitato un’ilarità e un divertimento contagiosi. Non era facile rendere omaggio a Buscaglione: il pericolo del grottesco e della macchietta era in agguato. Ma sono stati proprio i musicisti fino a ieri più seriosi a rimettersi allegramente in gioco, senza dimenticare la qualità della musica”.


I CANTAUTORI PREFERISCONO LE TROMBE
di Alberto Bazzurro
da “Musica Jazz”– febbraio 2002

“ Travolgente, Guarda che Luna!, omaggio sì a Buscaglione, ma anche a tutta una piemontesità che gli artisti coinvolti (tutti, tranne Pietropaoli, con legami più o meno diretti con la regione dell’indimenticato Fred) hanno espresso nelle forme più svariate , dando vita ad uno spettacolo a tratti assolutamente irresistibile, che ha inanellato una lunga sequela di esauriti fra Savigliano, Torino, Vercelli e Genova……. – Testa vi funge per così dire da anfitrione, con un Rava godibilmente allusivo, il tutto in combutta con quelli della Banda Osiris, ma anche un Bollani la cui verve strettamente teatralcabarettistica è sconvolgente, un Ponzo che saltabecca di qua e di là (unendosi spesso ai quattro folletti della Banda) e un Pietropaoli sempre complicemente a suo agio.
Buscaglione appare e scompare in un tourbillon di soluzioni sceniche che rendono lo spettacolo assolutamente da non perdere.”

GUARDA CHE LUNA!
di Alberto Campo
da “MUSICA” - 17 gennaio 2002

“A uno sguardo distratto potrebbe sembrare niente più di un tributo postumo alla figura di Fred Buscaglione. Ma così non è. Guarda che luna aspira ad altro : rievocare l’epopea che in Buscagliene ha uno dei suoi simboli. I tardi anni Cinquanta, a Torino e in Italia : dopo la guerra e alla vigilia del boom economico. Canzoni, luoghi, atmosfere, oggetti….E con tutto questo fare spettacolo.
Chiamarlo concerto è riduttivo, né si può dire sia teatro in modo convenzionale : viene in mente semmai, la terza via praticata dal “vaudeville”…..in una scenografia sobria, sormontata da una luna piena di sé…..”


RAVA E OTTO CAMPIONI DI JAZZ PER RICORDARE BUSCAGLIONE
di Gabriele Ferraris
da “TuttoLibri” – La Stampa, 22 dicembre 2001

“… Non vi raccontiamo che cosa succede. Vi assicuriamo soltanto che succede di tutto e di più. Qualsiasi cosa pensiate si possa fare con la musica, beh, questi nove musicisti lo faranno, e lo faranno meglio di quanto abbiate immaginato nelle vostre più sfrenate fantasie.
Certo: basterebbe la tromba di Rava. Rava è un musicista che il mondo ci invidia… e invece su quel palco ce ne sono altri otto di musicisti. E ciascuno di quegli otto musicisti è un campione. E quell’ora e mezza di spettacolo è musica autentica, divertimento, passione, genio…”.


UNA LUNA DI SPLENDORE IN NOME DI BUSCAGLIONE
di Marco Neirotti
da “La Stampa” - 14 dicembre 2001

“Tre volte da vedere questo Guarda che luna! che il Teatro Stabile e le Produzioni Fuorivia hanno portato al Carignano. Tre volte perché merita e tre volte perché tre sono i fili conduttori amalgamati fino a diventare uno solo: memoria che si ravviva nel presente, ironia, poesia. Fred Buscagliene omaggiato sì, ma soprattutto ritrovato e restituito in ogni suo volto.
L’idea di Paola Farinetti portata in scena con il coordinamento di Giorgio Gallione e i giochi luci di Maurizio Viani, è sviluppata da personaggi eterogenei eppure con qualcosa in comune o da ‘imprestare’ agli altri: il grande Enrico Rava alla tromba, l’orgogliosamente di provincia Gianmaria Testa, la irrefrenabile Banda Osiris, il pianista jazz Stefano Bollani, un Benigni del pianoforte, virtuoso quanto istintivamente attore. E, ancora, Enzo Pietropaoli al contrabbasso e Piero Ponzo al clarinetto che -come Rava e Bollani- di strumenti e suoni fanno personaggi…”.


SUONI E LUCI ATTORNO A FRED
di Daniele Martino
da “Il Manifesto”- 13 dicembre 2001

“… Guarda che luna!, in realtà, più che un omaggio a Buscaglione è un esperimento interessante di incroci di linguaggi: Testa… e Rava, che potrebbero tirarsi da parte e fare i single in tanta camerata di bravi sidemen…, stanno in convivio, si armonizzano, e lo spazio per ciascuno non ruba la scena a nessuno. Così Rava gioca malinconicamente (già, la luna…) con Besame mucho e Parlami d’amore Mariù, ma poi si occupa di sparare in Eri piccola o di giocare con l’incontenibile panismo istrionico di Bollani, che saltella da Mozart a Carosone con una scioltezza che in tema di ‘contaminazioni’ è più efficace di tanti rovelli ideologici. Gli ottoni della Banda Osiris fanno colore, è chiaro: fanno plaza de toros in Porfirio Villarosa, fanno funerale Klezmer, fanno gitano balcanico, tutto fanno, anche loro devoti al loro maestro americano, lo Spike Jones che faceva pernacchie alla radio degli anni ’40 e ’50… L’omaggio così, alla fine, è impalpabile, leggero, gentile, evanescente; lo spirito di Buscagliene non è heavy; non c’è una parola definitiva così come non c’è una versione definitiva dei suoi standard…”


SPLENDE DA STASERA AL CARIGNANO LA BELLA LUNA DI FRED
di Gianluca Favetto
da “La Repubblica” - 11 dicembre 2001

“… Guarda che luna!, da un’idea di Paola Farinetti, con il coordinamento scenico di Giorgio Gallione, è una musica che si diverte e ti diverte. Gli autori sono i musicisti che calcano la scena, le canzoni sono le scenografie, i personaggi sono le note che tirano fuori e gli sketch che inventano. Buscagliene è una bella scusa, è un modo, un mood, il punto di partenza per stare insieme sul palco, trovarsi con il pubblico e mettersi in gioco. E’ un’insegna, una garanzia, sotto cui Rava porta la sua tromba, il suo fiume notturno di jazz, i suoi anni e i suoi concerti con Chet baker. Torta porta la sua chitarra e i baffi, la sua popolarità colta, la struggente nostalgia delle sue ballate, il suo avere i piedi a Cuneo e la mente a Parigi. Bollani porta una massa di capelli così e per ogni capello un virtuosismo al pianoforte, uno che usa le mani sui tasti come Maratona usava i piedi sui campi di calcio. La Banda Osiris, instancabile liberatrice della musica dalla serietà, porta allegria e ironia, porta il teatro, la felicità, fa da collante con Pietropaoli e Ponzo.
Un divertimento in quattordici canzoni e tre bis….”


CHE NOTTE, TORNA BUSCAGLIONE
di Marco Molendini
da “Il Messaggero” – 10 dicembre 2001

“… Un viaggio fra improvvisazione, con Enrico Rava e Stefano Bollani, canzoni con Gianmaria Testa e cabaret con la Banda Osiris. A chiudere, Nel cielo dei bars, scritta da Fred poco prima di quell’alba tragica in cui, a bordo della sua Thunderbird rosa, si schiantò sotto un camion a largo Rossigni…”


OMAGGIO A FRED BUSCAGLIONE, CON IRONIA
di Mario Luzzatto Fegiz
da “Corriere della sera”- 10 dicembre 2001

“Ricordare Fred Buscaglione, ma senza farne un’icona, recependo quel gusto della dissacrazione, della sperimentazione e dello sberleffo che ne fa un outsider assoluto della storia musicale italiana. L’operazione riesce alla perfezione nello spettacolo Guarda che luna!, grazie all’intelligenza di varie entità artistiche alleate: Gianmaria Testa -cantautore che con Buscaglione (torinese) condivide una sorta di orgoglio provinciale piemontese-, il guru della tromba Enrico Rava, il virtuoso del pianoforte jazz Stefano Bollani, l’imbattibile verve del fiato-spettacolo della Banda Osiris. Pensato da Paola Farinetti per lo Stabile di Torino con la sapiente regia di Giorgio Gallione, Guarda che luna… non è affatto una antologia delle canzoni di Buscagliene, ma un viaggio in quello spirito allegro e ribello che partiva dai climi di ‘Bulli e pupe’, dalla rappresentazione giocosa dei gangster americani enfatizzata da certo cinema, dallo stereotipo del duro che ammalia le donne tutte curve e niente scrupoli, dal jazz melodico delle grandi orchestre d’oltreoceano….Guarda che luna, uno degli omaggi più belli e insoliti, che siano mai stati dedicati a Fred Buscaglione…”.

BUSCAGLIONE ALLA LUNA PIEMONTESE
di Luis Cabasés
da “L’Unità” – 10 dicembre 2001

“… Nello spettacolo, prodotto per il Teatro Stabile di Torino da Fuorivia (non si esce dal Piemonte neanche qui…), coordinato da dietro le quinte da Giorgio Gallione, con le luci di Maurizio Viani…, si godono settanta minuti di musica eccellente e divertimento gustoso. Del resto lo dimostra chiaramente il coinvolgimento del pubblico. Si emoziona quanto basta nel sentire la tromba di Rava che, in solitarie, avvia Guarda che luna!, oppure la voce sempre più arrotata di Gianmaria Testa quando accenna “Ci vediamo al fondo di un bicchiere…”. Oppure si eccita e si sganascia dalle risate con l’ambaradan prodotto dalle trovate della combriccola Macrì, Carlone & Carlone, Berti, con l’aggiunta di Piero Ponzo al clarinetto e del contrabbasso di Pietropaoli, costruttori-distruttori tutti insieme di ogni brano, traduttori visivi dei testi di Fred, affreschi comici che fan tenere la pancia in mano…”


COME UN GIOCO DI SCATOLE CINESI
di Marco Neirotti
da “La Stampa” – 9 dicembre 2001

“Un concerto? Non proprio. Uno spettacolo teatrale? Anche, ma non del tutto. E’ poco definibile, ma è davvero una bella serata, questo Guarda che luna, in prima ieri al Teatro Milanollo (Cuneo) e che è già tutto esaurito dall’11 al 16 dicembre al Carignano di Torino…
Guarda che luna e guarda anche che strana combriccola. Con Gianmaria Testa sono sul palco il jazzista Enrico Rava, la Banda Osiris, Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli, Piero Ponzo. E, fra loro, c’è anche Fred Buscagliene, gaglioffo e tenero, carburato d’alcol e con il naso all’aria per ogni profumo di donna. Proprio da lui… si muove lo spettacolo di una città, di una cultura, una memoria e anche un futuro che coinvolge secondo ciò che abbiamo vissuto, inspirato, fatto nostro.
Nella serata… non si fa amarcord, non si rende omaggio: nostalgia e celebrazione non c’entrano affatto. Da Buscaglione si parte, certo, ma per percorrere strade a sorprese, riscoprirsi anche un po’. Lo si capisce fin dall’inizio. La Banda Osiris ci restituisce il Buscaglione spaccone e autoironico, Rava… ci offre l’arrivo del jazz, Testa si insinua nella vena minimalista e romantica del vecchio Fred…”