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Produzioni Fuorivia
presenta

GIANMARIA TESTA TRIO
e TEATRO DELLE ARIETTE
Progetto Speciale “ Vite”
di Berselli, Pasquini, Testa

con
Gianmaria Testa –
chitarre e voce
Piero Ponzo –
clarinetto e sax
Nicola Negrini –
contrabbasso
Stefano Pasquini –
voce
Paola Berselli –
voce
Maurizio Ferraresi –
voce
Claudio Ponzana -
voce

Vorrei parlarvi della mia terra.
Quando dico mia non pensate a quella che coltivo io, pensate a tutta quella che resta.
Sento mio soltanto quello che non mi appartiene.
La terra che coltivo io è vostra. Ho con lei un rapporto di affidamento, di cura.
Quando il padrone tornerà e mi chiederà di restituirgliela io lo farò e
chiederò soltanto una cosa: di essere dimenticato.
Chiederò in sostanza di essere libero, di non dover più curare nulla, cioè di poter morire.
Chiederò il permesso di essere libero.
La mia terra la vedo di rado.
Ne ho nostalgia.


Tutto è iniziato con un messaggio email, qualche anno fa.
Stefano Pasquini aveva scritto a Gianmaria Testa per dirgli che una delle sue canzoni, La terra delle colline, era stata inserita in un loro spettacolo molto particolare, uno spettacolo che si svolgeva a tavola, per una ventina di spettatori al massimo, durante il quale le Ariette raccontavano la loro storia, che era anche una storia fatta di cibi, di terra lavorata e di animali allevati con sapiente passione. Probabilmente tutto si sarebbe fermato lì se dopo quella email, a Mantova, in occasione del Festival della Letteratura, non ci fosse stato un incontro in carne ed ossa, portato dal caso, e una specie di vero e proprio colpo di fulmine. Come se si fossero sempre conosciuti: un identico mondo davanti e dietro le spalle, un identico stile nell’intendere il rapporto con “l’arte” e con la vita. Da allora sono passati un paio di anni, forse persino qualcuno in più, e una serie di incontri sul palcoscenico ed intorno a una tavola. Di tanto in tanto, tra una tournée e l’altra, si ritrovano per uno spettacolo come questo, molto difficile da definire, che prova ad unire e a mescolare insieme i loro due mondi, quello della parola cantata e quello della parola detta, quello della melodia e quello del racconto, la pianura e la collina che già si fa Appennino. Senza dimenticare lo spazio lasciato al cibo, che Stefano, Paola e Maurizio preparano per gli spettatori direttamente in palcoscenico, tra una storia e l’altra.
Gianmaria Testa suona con due dei suoi abituali collaboratori: Piero Ponzo, clarinettista e saxofonista, autore, tra l’altro, degli arrangiamenti di alcuni album di Gianmaria (Montgolfières e Altre Latitudini) e Nicola Negrini al contrabbasso.

 

BIOGRAFIE ARTISTI

GIANMARIA TESTA

Gianmaria Testa è un cantautore profondamente popolare e raffinato al tempo stesso, un cantautore dalla voce roca e vellutata che fa della canzone nuda la sua vera forza. Testi come piccole poesie che parlano di nebbie e di incontri, di solitudini, di sorrisi, di speranze chiuse nella valigie di passeggeri in attesa ai binari e musiche che evocano il tango, il jazz, la bossanova, il valzer e creano suggestioni calde, intense, che sanno avvolgere. Il suo cantare immagini e sentimenti è semplice, di matrice popolare, tradizionale, e perciò vincente, oltrepassa banali paragoni e facili accostamenti ad artisti più famosi e si deposita diretto nell’intimo di chi ascolta. Idolo in Francia e apprezzatissimo in tutto il mondo, questo capo-stazione “chansonnier” di Cuneo, solo da qualche anno e stato “scoperto” dall’Italia. La stampa (francese e italiana) è stata unanime nell’individuare in lui uno dei più importanti cantautori italiani attuali.
Nel 93 e 94 ha vinto il primo premio del Festival di Recanati dedicato ai nuovi talenti della canzone d’autore. Nel 96 canta in uno dei club più importanti di Parigi, il New Morning e nel 97 si presenta all’ Olympia. E’ uno degli ultimi cantanti a esibirsi nella magica sala parigina prima della chiusura e della successiva ricostruzione. Ha al suo attivo concerti in Belgio, Svizzera, Germania, Austria, Canada e Italia, in alcuni dei più prestigiosi teatri: Teatro Regio di Torino, La Pergola di Firenze, il Valle di Roma, il Duse di Bologna, ecc.
Il 14 marzo 2001 al Teatro “Gustavo Modena” di Genova, ha preso parte ad una serata interamente dedicata al premio Nobel José Saramago. In quell’occasione, insieme a Riccardo Tesi e Piero Ponzo, ha composto le musiche che accompagnavano la lettura de Il racconto dell’isola sconosciuta”.
Insieme a Enrico Rava, la Banda Osiris, Stefano Bollani, Enro Pietropaoli e Piero Ponzo ha dato vita ad un concerto-spettacolo dedicato a Fred Buscaglione “Guarda che Luna!” scelto per inaugurare l’edizione 2002 di Umbria Jazz successivamente portato in tournèe nella stagione 2002-03 e 2003/04. Sempre nel 2002, insieme a Roberto Cipelli e Paolo Fresu, e con la partecipazione di Attilio Zanchi e Gianni Cazzola, realizzato un Omaggio a Leo Ferrè, rilettura in chiave jazz di alcune delle più belle canzoni del grande chansonnier francese.
Il 24 ottobre 2003 è uscito in tutta Europa, Canada e Stati Uniti il nuovo disco, Altre Latitudini (Harmonia Mundi – Le Chant du Monde), 14 canzoni inedite di amore trovato o perso (le “latitudini” a cui il titolo allude non sono quelle geografiche, ma quelle del cuore) per le quali hanno suonato alcuni grandissimi musicisti (Mario Brunello, Enrico Rava, Rita Marcotulli, David Lewis, Gabriele Mirabassi, Luciano Biondini, Fausto Mesolella, ecc.). Altre Latitudini è il 5° album della sua carriera e rappresenta il lavoro delle diverse, raggiunte, maturità: quella della voce, più espressiva che mai, quella dei testi, sempre sobri, essenziali ed evocativi, e quella delle musiche con melodie sempre più disegnate.
All’uscita del disco ha fatto seguito una tournée in Italia, Francia (di nuovo, tra l’altro, al Café de la Danse di Parigi per una settimana) e Germania. Per l’estate 2004 sono in programma anche alcuni concerti in Canada e alla fine del 2005 negli Stati Uniti. A Gennaio 2005 Altre Latitudini ha supero le 70.000 copie vendute in Europa e Canada.
Ad agosto 2004, Gianmaria è stato il protagonista, insieme a Paolo Rossi di Rossintesta (Fuorivia), spettacolo sul viaggio, tra canzoni e comicità che sarà ripreso nell’estate 2005. Da segnalare, infine, la sua partecipazione allo spettacolo Attraverso , sempre prodotto da Fuorivia per il Festival della Letteratura di Mantova, insieme a Marco Paolini, Mario Brunello, Gabriele Mirabassi e Erri De Luca.
A novembre 2004 ha debutto e realizzato una breve tournée la nuova produzione Chisciotte e gli invincibili, su un testo inedito di Erri De Luca con, oltre a Gianmaria, lo stesso De Luca e Gabriele Mirabassi.
Il 3 luglio 2005 ha partecipato col suo quartetto all’importante Festival Jazz di Montréal, mentre nel novembre 2005 è stata realizzata una tournée nelle più importanti città degli Stati Uniti (New York, Chicago, Cleveland e Los Angeles).
Alla fine di ottobre 2005 è uscita una nuova versione, completamente rimasterizzata e con una nuova veste grafica dell’album Extra-Muros, ormai introvabile sul mercato, mentre all’ inizio di ottobre 2006 è uscito il nuovo lavoro discografico di Gianmaria, DA QUESTA PARTE DEL MARE: un "concept album", interamente dedicato ad un unico argomento, come se tutto l’album fosse un romanzo e le canzoni, tanti capitoli che insieme raccontano una storia. Il tema, il filo rosso che cuce e tiene insieme tutte le canzoni, è quello delle migrazioni moderne. Una riflessione poetica, aperta e senza demagogia sugli enormi movimenti di popoli che attraversano questi nostri anni. Sulle ragioni, dure, del partire, sulla decisione, sofferta, di attraversare deserti e mari, sul significato di parole come “terra” o “patria” e sul senso di sradicamento e di smarrimento che lo spostarsi porta sempre con sé. A qualsiasi latitudine. Prodotto da Paola Farinetti per Produzioni Fuorivia, avrà la direzione artistica di Greg Cohen.
Da segnalare la presenza di Bill Frisell accanto a quella dei musicisti che da sempre collaborano con Gianmaria: Gabriele Mirabassi, Paolo Fresu, Enzo Pietropaoli, Piero Ponzo, Philippe Garcia, Luciano Biondini.

Di sé dice “non mi ritengo neanche un artista, mi pare una parola abusata; se io sono un’artista allora Mozart era un Dio. Lui era un’artista, io comunico semplicemente con gli altri attraverso le canzoni”

PIER RENZO PONZO
clarinetto e sax

Diplomato in clarinetto, ha compiuto studi di sassofono, musica elettronica, arrangiamento e composizione. Dal 1980 è attivo come strumentista e compositore, spaziando con ecletticità in tutti i campi della musica. Ha collaborato in vari gruppi di rock, funky, jazz, classica e folk; con Gianmaria Testa (per il quale ha arrangiato il primo album Montgolfières); fa parte dei Trelilu (gruppo di musica e cabaret).
Ha suonato inoltre con: Gianluigi Trovesi, Pino Minafra, S. Letov, V.Gayvoronsky, Eugenio Colombo, Rino Vernizzi. Da oltre 15 anni è a fianco di Carlo Actis Dato, nell’omonimo quartetto, considerato dalla critica il gruppo più divertente ed originale del nuovo jazz italiano. E’ l’arrangiotore del primo e dell’ultimo cd di Gianmaria Testa (Montgolfières e Altre Latitudini)
Come compositore ha all’attivo numerosi brani di musica da camera, musica elettro-acustica, musica per banda, musiche per danza, teatro e video, musica per didattica.

 

NICOLA NEGRINI
contrabbasso

contrabbassista e compositore, esordisce in ambito jazzistico nel gruppo “Inno”, con il quale pubblica due cd, si esibisce in festival internazionali e vince alcuni concorsi (Iceberg ’92, European Jazz Contest). Nel 1994 è impegnato con il quartetto “Inno” nella realizzazione di “Birth Of Liquid Desires”, progetto interattivo multimediale in collaborazione con la Guggenheim Foundation. Da questa prima esperienza di interazione tra musica e arti visive nasce un profondo interesse per una ricerca musicale attenta al proprio integrarsi con altri linguaggi espressivi, non solo artistici. Compone musiche per film (“Un posto” di Luigi Zanolio, con Stefano Accorsi) e documentari (palma di bronzo nel 1999 e palma d’argento nel 2000 al Festival Mondial De l’image Sous-Marine di Antibes). Rimusica diversi film muti dal vivo e in studio (“Il Gabinetto del Dottor Caligari” di R.Wiene, “Un Cane Andaluso” di L. Bunuel, “Balletto Meccanico” di F. Leger, “Aurora” di F.W. Murnau) e partecipa a diversi progetti di musica/teatro, spettacoli e readings con scrittori quali Carlo Lucarelli, Simona Vinci, Marcello Fois e Giampiero Rigosi. Parallelamente ha inizio la collaborazione in trio con il compositore e pianista Alfredo Impullitti, con il quale pubblica un cd per la Soul Note dopo un’intensa attività concertistica, che vede anche la partecipazione di musicisti tra cui Javier Girotto, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Tino Tracanna, Marco Tamburini, Claudio Lugo. Da anni collabora anche con il cantautore Lucio Morelli (Premio Ciampi 2000) con il quale realizza due progetti discografici. Dopo altre numerose partecipazioni, nel 2003 pubblica “Mèx”, un project album sull’idea di “confine”, ispirato alle opere letterarie di Cormac McCarthy e alla lotta zapatista, registrato con l’ensemble “nic:neg conference” e nel quale compare la voce del subcomandante Marcos.
Attualmente è impegnato in progetti con Alberto Capelli e Mauro Manzoni, con l’ensemble nu-jazz Faze Liquide, con il cantautore Lucio Morelli, e con l’ensemble californiano The Gunkhole (Ricci Rucker, Dj D-style, Mike Boo, Dj A.C.E.), continuando un’intensa attività legata al teatro (“Il Grande Viaggio” di Giuseppe Cederna e Francesco Niccolini) e ai readings letterari.

 

TEATRO DELLE ARIETTE

Il Teatro delle Ariette ha una storia che viene da lontano; più di dieci anni fa Paola Berselli, Massimo Pasquini, Maurizio Ferraresi hanno scelto di andare a vivere in campagna, sperduti sulle colline del bolognese, per diventare coltivatori e produttori. Questo lavoro, che prosegue ancora oggi, si unisce ad una antica passione mai spenta: il teatro che si è trasformato in una avventura affascinante proprio per la sua particolarità.
Dal 1995 fanno teatro in casa, nel senso che preparano, provano e presentano i loro spettacoli in casa propria. La casa si chiama Le Ariette come il podere che lavorano. Nell’estate del 99, nella loro azienda agricola hanno costruito con le loro mani, in totale autogestione e autofinanziamento, un edificio rurale per il teatro. Sono autori, costruttori e produttori del loro teatro, un teatro di terra, fatto con le loro mani e vissuto nel corpo. Il teatro è lo strumento e la casa è il luogo ma lavorano, continuamente, pazientemente, per forzare e aprire quella porta che conduce dentro: nel teatro invisibile del cuore e , nel loro teatro semplice, cercano di condurre gli spettatori. Dal 97 lavorano sul progetto A Teatro nelle Case ospitando, nel periodo primaverile, artisti e compagnie nella loro casa e il molte altre case del loro territorio: la valle Samoggia. Dall’ottobre 2000 A Teatro nelle Case è diventato anche Festival d’Autunno: quattro giorni di spettacoli, confronti e riflessioni a proposito di teatro fatto fuori dai teatri. Nel 2002 hanno portato “Il Teatro da mangiare” al Festival della Letteratura di Mantova.

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