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RIEN à SIGNALER
Estratti Stampa

“Su un cargo ancorato ad un molo e abbandonato dall' equipaggio, restano solo il Capitano e il suo Secondo che temono più le tempeste della vita da affrontare sulla terra ferma che quelle in alto mare. Il Capitano ossessivamente ordina inutili inventari al Secondo che, consumato di ricordi, meccanicamente esegue. A terra il Chourmo, un locale dove prostitute, e tra loro la giovane Marlene, offrono a buon prezzo un meschino surrogato di stabilità e d' affetto, una soddisfazione dei sensi. Lo spettacolo di Simone Gandolfo, anche regista, e di Fabio Beccacini Rien à signaler, liberamente ispirato a Marinai perduti di Jean-Claude Izzo, che ha debuttato al Festival di Borgio Verezzi, racconta d' amori e di incroci di vite unite e divise dal mare. Sulla scena in alto il ponte della nave, sotto, quasi fosse nella sua pancia, il locale notturno, intorno cime e bidoni e in un angolo, a contrappuntare la storia con la sua chitarra e il suo canto, un marconista. Una storia … ben recitata dal bravo Paolo Graziosi, un Secondo che ha consumato gli anni alla ricerca di un altrove in cui riuscire a trovare qualche buona ragione per essere se stesso. Un uomo solo con la sua finta saggezza e i suoi inutili ricordi, acque morte della vita, che scoprirà di essere il padre della bella Marlene, Sara Cianfriglia. Con intensità Sergio Romano fa vivere il Capitano, anche lui solo, disperato e finito come la sua nave destinata alla demolizione. A fare da sentiero luminoso a questi intrecci di vite, le bellissime canzoni dello straordinario cantautore Gianmaria Testa che riescono a svelare un senso di voglia di libertà e d'amore, contro tutto e malgrado se stessi, in esistenze consumate a vagare da un porto all' altro ma inchiodate come cavallini di una giostra che gira e non si muove mai; canzoni che danno allo spettacolo il tono di una suggestiva ballata…”.


[Magda Poli, CORRIERE DELLA SERA, 7 settembre 2008]

“Lo scheletro di una nave non cullata dal mare ma sospesa sull’inferno in cui due donne di sperate vendono il loro corpo: so no i due livelli scenici su cui si consuma la tragica vicenda di “Rien à signaler” (Niente da segnalare), spettacolo presentato in prima assoluta per l’Italia al XLII festival di Borgio Verezzi […]. Liberamente tratto da “Marinai perduti” dello scrittore marsigliese Jean-Claude Izzo da Fabio Beccacini e Simone Gandolfo, anche regista, lo spettacolo, pur seguendo la traccia del romanzo - un capitano e il suo secondo inchiodati a un cargo attraccato a Marsiglia senza più speranza di riprendere i1 mare, in preda a rimpianti e ricordi in un altrove che non è né
mare né terraferma - attinge a tutta l’opera di Izzo. […] Un filo di rimandi che offre uno spaccato della poetica dell’autore e ne riproduce la struttura letteraria intessuta di brani di canzoni e poesie:
gli episodi dello spettacolo sono in-tervallati da cinque struggenti canzoni eseguite alla chitarra da Testa. La poesìa è l’unico conforto per personaggi condannati e incapaci di comunicare: il capitano (un tormentato Sergio Romano) è vittima di “un sogno non suo”, del padre che l’ha imbarcato, mozzo- bambino. E mentre lui, ossessionato fino alla follia dall’abbandono della moglie stanca di aspettarlo, si aggrappa al suo ruolo, obbligandosi a un maniacale inventario quotidiano, è apparente mente pacificato l’anziano secondo (Paolo Graziosi, ironico e disilluso lupo di mare), che, conscio della vanità dell’agire, si ubriaca di whisky e di parole, rivelando in battute spezzate, con la lingua impastata d’alcool, una storia dolo rosa d amore e ignavia. Nella luce squallida del locale in cui “fissa un prezzo al suo amore”, Marlene, la figlia “seminata e abbandonata” dal secondo (una Sara Cianfriglia vibrante d’emozione) evoca l’infanzia trascorsa dietro un paravento mentre la madre Fatima riceveva i clienti, la vana attesa, vestite a festa, del ritorno del padre marinaio, fino all’iniziazione alla prostituzione e al suicidio della madre. L’illusorio lieto fine, il ricongiungimento con il padre e la fuga sul Solea, non può che sfociare in tragedia. Potente e viscerale, lo spettacolo si avvale di scene essenziali e di felici spunti registici, dall’effiuvio mediterraneo di basilico e menta alla resa visiva del suicidio di Fatima con l’ombra cinese di una sottoveste appesa a una stampella. Applausi calorosi sono scrosciati allo spegnersi del l’ultima nota di Gianrnaria Testa.”

[Irene Liconte, IL CORRIERE MERCANTILE, 26 luglio 2008]

“Da un giovane lanciatissimo nei film tv, una sorpresa come quella di "Rien à signaler" - in prima nazionale fino a questa sera al Festival di Borgio Verezzi - proprio non te la aspetteresti. Simone Gandolfo, nato a Imperia 28 anni fa, diplomato alla scuola di recitazione dello Stabile di Genova, reclutato a 23 da Alberto Negrin per la parte del giovane Coppi nel "Bartali" televisivo, passato dall'Iliade teatrale nella versione di Alessandro Baricco alla "Baronessa di Carini" in tv e poi al cinema con "La tigre e la neve" di Roberto Benigni, segnalato ai produttori internazionali come miglior attore italiano al recente Fiction Festival di Roma, a questo punto potrebbe prendere un po' di fiato e concedersi scelte facili. Ha deciso invece di debuttare nella regia condividendo con il pubblico la sua grande passione per lo scrittore marsigliese Jean-Claude Izzo (1945-2000), che in Italia è ancora quasi tutto da scoprire.[…] Sara Cianfriglia, Marlene, lascia passare in platea un'alternanza proterva di ottimismo e disperazione. Sergio Romano, già buon frequentatore di classici come Shakespeare, Racine e Goldoni, impasta il capitano di umori che in qualche passo ricordano quelli di un Ruzante spinto suo malgrado sull'Oceano. Paolo Graziosi, il secondo, intona, per la condizione di eterno sradicato, un canto in prosa che si intona bene con le poesie per chitarra di Gianmaria Testa, un complemento più che un commento musicale. È chiaro che il neoregista non usa ma valorizza i colleghi e che questa sua prima esperienza non si esaurirà in se stessa…”

[Silvana Zanovello, SECOLO XIX, 26 luglio 2008]

“Il cargo, davanti alla chiesa di S. Agostino […] sembra proprio in mezzo al mare. Anche se la vecchia nave mercantile «Solea» è ormeggiata al molo 35 di uno dei tanti porti del Mediterraneo. La scenografia è efficace. Sul ponte ci sono il comandante e il secondo ufficiale. Il «Solea» non riprenderà il mare - questo i nostri protagonisti lo sanno bene - ma la paura di affrontare il mondo che non ondeggia è troppa. E allora rimangono a bordo e si spengono lentamente. Nel crogiuolo dei ricordi si fondono le loro storie, fatte di attese, di rocce calde e alberi con le foglie d’argento. Sono uomini stanchi, uniti dalle loro solitudini, ma soli con la loro croce da portare. Troppo duri per gridare aiuto, troppo codardi per aiutarsi. Queste anime perse ci faranno vagare nel porto, tra i carghi, con l’odore di bottarga incollato al naso e la sansa tra i capelli. Ci guideranno tra le campagne terrazzate che digradano al mare, ci porteranno dentro la pancia di una nave accanto a chi migra per cercare la terra promessa, vicino a chi si incurva sotto il peso della fatica. E’ di Imperia Lino Gandolfo, l’autore della stilizzata scenografia che evoca al piano superiore lo scafo del «Solea», «dal quale non salpa più alcuna nave», e a quello inferiore il «Chourmo», malfamato locale dove si prostituisce Marlene (Sara Cianfriglia, cresciuta alla scuola dello Stabile di Genova), il personaggio femminile di questa storia di incomunicabilità. «Rien à signaler», che non a caso ha come sottotitolo «Una finestra sul Mediterraneo», è un progetto nato, e in gran parte realizzato, nel Ponente ligure. I due autori del libero adattamento di «Marinai perduti», celebre romanzo di Jean-Claude Izzo, sono imperiesi: sono Simone Gandolfo, attore conosciuto per popolari fiction tv («Bartali», in cui interpretava Coppi, «La baronessa di Carini», «Graffio di Tigre», «Zodiaco»), al suo felice debutto nella regia teatrale e Fabio Beccaccini, personaggio poliedrico che si divide tra la scrittura (suoi i noir «Via del campo» e «Giorgio Paludi, 44 anni il giorno dei Santi») e le sceneggiature. Sul palco il marconista è Gianmaria Testa: il cantautore di Cuneo, con la sua chitarra, regala le sue più belle canzoni tratte dall’album «Da questa parte del mare». Folto pubblico, buona la prima…”

[Pier Paolo Cervone, LA STAMPA, 26 luglio 2008]

“[…] Due uomini senza un nome, accomunati ma divisi dalla solitudine, vigliacchi e incapaci di staccarsi da un cargo in panne che non prenderà mai più il mare. Una giovane prostituta, bagliore solare che rischiara l' oscurità delle loro vite. Sullo sfondo, lo scorrere del tempo, lento e inesorabile per chi si distrugge nella disperazione, veloce per chi, nonostante le difficoltà della vita, gioisce e contagia gli altri con la sua voglia di vivere. Sara Cianfriglia, Sergio Romano e Paolo Graziosi sono i protagonisti di Rien à signaler, una pièce teatrale liberamente tratta dal celebre romanzo di Jean Claude Izzo, Marinai perduti. A siglare l' opera, le penne di Simone Gandolfo, al debutto come regista, e di Fabio Beccaccini. Due volte protagonista è lo "chansonnier ferroviere" Gianmaria Testa che, vestendo i panni di un marinaio marconista, scandirà il tempo della scena con le sue canzoni, dagli storici La tua voce, Un aeroplano a vela e Come di pioggia, ai brani più recenti 3/4 e Forse qualcuno domani, tratti dall' album del 2006 Da questa parte il mare. […] Gianmaria Testa non è nuovo alle collaborazioni, sia in ambito prettamente musicale che in quello teatrale, eppure qualcosa cambia nel passaggio dallo stage a lui congeniale, fatto di un connubio di note e parole, a quello dove la musica è un gradito ospite […].”

[Caterina Cossu, LA REPUBBLICA-GENOVA, 24 luglio 2008]

“Va in scena, in prima assoluta, stasera a Borgio Verezzi (Savona), «Rien à signaler (Una finestra sul Mediterraneo)», terzo titolo del XLII Festival Teatrale. Il testo, che si ispira molto liberamente al libro «Marinai perduti» di Jean-Claude Izzo, è di Simone Gandolfo e Fabio Beccacini. Il cast è composto da Sergio Romano (il Capitano), Paolo Graziosi (il Secondo), Sara Cianfriglia (Marlene) e Gianmaria Testa per la parte musicale. Gandolfo ha anche firmato la regia.
È la storia di due uomini, un capitano e il suo secondo sul loro cargo, il Solea attraccato da tanto tempo e destinato a non muoversi più. L'impossibilità di allontanarsi mette i due uomini di fronte alla loro vita, al loro destino. A interrompere il confronto fra i due uomini è l'arrivo di una prostituta, Marlene che unisce la sua alla solitudine dei due uomini…”


[IL MANIFESTO, 24 luglio 2008]

“Un’altra prima nazionale per il festival di Borgio Verezzi. […] in piazza Sant’Agostino andrà in scena «Rien à signaler (Una finestra sul Mediterraneo)». Il testo è nato dalla penna di Simone Gandolfo e da quella di Fabio Beccacini, entrambi amanti di Jean-Claude Izzo, lo scrittore marsigliese autore della trilogia che vede come protagonista Fabio Montale e di altri romanzi, tra cui «Marinai perduti», a cui «Rien à signaler» è liberamente ispirato. L'idea dello spettacolo, di cui sono protagonisti Paolo Graziosi, Sergio Romano e Sara Cianfriglia, è quella di raccontare i diversi modi che ha il tempo di scorrere: lento per chi corre verso la disperazione, oppure veloce per chi accoglie i colori che la vita prende nel suo scorrere. […] «Rien à signaler» è una ballata, disegnata dalle canzoni di Gianmaria Testa”

[ IL GIORNALE – GENOVA, 24 luglio 2008]

“[…] Gianmaria Testa, tra i piu' apprezzati cantautori italiani, e' rimasto conquistato da questo paese ligure, dove stasera alle 21,30 salira' sul palcoscenico di piazza Sant'Agostino per eseguire le musiche, da lui stesso composte, di «Rien à signaler», lo spettacolo di Simone Gandolfo, anche regista, e Fabio Beccacini, liberamente ispirato a «Marinai perduti»,il romanzo di Jean-Claude Izzo, che debutta in prima nazionale al 42° festival teatrale e sara' replicato anche domani e dopo. Con lui, i protagonisti sono Sergio Romano (il Capitano), Paolo Graziosi (il Secondo), Sara Cianfriglia (Marlene)...”

[Stefano Delfino, LA STAMPA-SAVONA, 24 luglio 2008]

“Ancora un debutto, e ancora un grande artista della musica, in piazzetta Sant’Agostino: dopo Katia Ricciarelli, applaudita protagonista di «Gloriosa», tocca adesso a Gian Maria Testa, cantautore tra i più raffinati (non a caso ha vinto il Premio Tenco 2007), che al 42° Festival di Borgio Verezzi, interpretare il ruolo del marinaio marconista - ed eseguire in scena le proprie musiche - in «Rien à signaler», il testo che Simone Gandolfo, anche regista, e Fabio Beccacini hanno liberamente tratto da «Marinai perduti», celebre romanzo di Jean-Claude Izzo. Una partecipazione eccezionale, la sua, prevista soltanto per le tre serate verezzine […], e che si deve anche all’amicizia che Testa aveva con lo scrittore marsigliese: «Volevo tenere per te l’attesa che diventa ritorno», verso di una delle canzoni che Gianmaria canta durante lo spettacolo, potrebbe essere una delle chiavi interpretative di una messa in scena, che affronta il tema universale della solitudine umana, attraverso la storia, malinconica e intrisa di profumo di basilico e menta, del Capitano, del Secondo e di Marlene. Protagonisti di «Rien à signaler», realizzato col patrocinio dell’Istituto Svizzero di Roma, dell’Ambasciata di Francia e del Dams di Imperia, sono Sergio Romano, «vecchia conoscenza» del Festival, dove ha interpretato «I gemelli veneziani», nel ruolo del Capitano, Paolo Graziosi in quello del Secondo, e Sara Cianfriglia, che sarà Marlene, giovane prostituta. Sulla scena, costruita con pochi elementi evocativi, bidoni sparsi e ammonticchiati, la struttura esile di una nave alla fonda, il Solea, inchiodata per sempre, «causa fallimento dell’armatore» in un ipotetico porto del Mediterraneo. Al di sotto, la stanza del locale «Chourmo», dove si consuma la vita della bella Marlene. Le vicende dei due ufficiali si intrecciano continuamente con quella della giovane prostituta, capace di mantenere nella voce e negli occhi la poca serenità regalatale dalla madre, anch’essa prostituta. Capitano e Secondo, uomini senza nome, sostanzialmente vigliacchi, sono incapaci di staccarsi dalle assi marcite della nave, di scendere la scala che li porterebbe a ritrovare radici e affetti, e di fare un gesto, uno qualunque, aggrappati al proprio destino di naufraghi interiori. Trascorrono la vita alla fonda giustificandosi l’uno nel ruolo di Capitano, attraverso le regole ormai inutili che il ruolo impone, e l’altro, il Secondo, lasciandosi divorare dai ricordi. Ma, nel gioco di intreccio di memorie e vite, qualcosa di inaspettato però accade: Marlene ritrova il padre e il Secondo sua figlia e, per un attimo, questo avvenimento sembra poter riscattarne l’esistenza.”

[Marina Rembado, LA STAMPA, 23 luglio 2008]

“[…] lo spettacolo ‘Rien à signaler (una finestra sul Mediterraneo)’, nato dalla penna di Simone Gandolfo e Fabio Beccacini e liberamente ispirato a ‘Marinai perduti’, il meraviglioso di Jean-Claude Izzo […] .L’idea dello spettacolo - musicato dal cantautore Gianmaria Testa e interpretato da Paolo Graziosi, Sergio Romano e Sara Cianfruglia – è quella di raccontare i diversi modi in cui il tempo scorre: lento per chi corre verso la disperazione, veloce per chi accoglie le sfumature della vita…”

[LA GAZZETTA DEL LUNEDI, 21 luglio 2008]


“Un cargo immobilizzato in porto, all'asta per saldare i debiti dell'armatore. Due marinai, il capitano e il secondo (Sergio Romano e Paolo Graziosi), incapaci di scendere a terra e senza motivi per restare a bordo, se non quello di un inutile inventario della nave e delle loro vite, forte metafora dell'esistenza: "Esuli, troppo fragili per star al mondo, troppo codardi per cambiarlo". Rien à signaler debutta al Festival di Borgio Verezzi (24-26/7), ispirato à Marinai perduti di Jean-Claude Izzo e scritto insieme a Fabio Beccacini, Simone Gandolfo. In scena un Mediterraneo di navigatori, prostitute, immigrati, perdenti, descritto dallo scrittore marsigliese morto nel 2000 a 55 anni, diventato un luogo dell'immaginario romantico collettivo: La pièce "ruba" pure i titoli ai romanzi della trilogia noir, sentimentale e malinconica, del poliziotto Fabio Montale: Solea è il cargo, sospeso in scena a due metri d'altezza; sotto c'è Chourmo, night dove si consumano gli amori di Marlene, angelo di morte e salvezza (Sara Cianfriglia); il porto, rappresentato da bidoni di benzina, è un casino totale. […] Gianmaria Testa presta a Rien à signaler alcuni brani dai suoi cd Mongolfières, Il valzer di un giorno, Da questa parte del mare e compare in scena come marconista. […] L'amicizia tra i due viene da Marinai perduti: "Un musicista mi regalò il libro e scoprii che i protagonisti ascoltano la mia musica…”

[Francesca Frediani, D LA REPUBBLICA DELLE DONNE, 12 luglio 2008]