OMAGGIO
A LEO FERRE’
Da
un’idea di Roberto Cipelli
con Gianmaria Testa, Paolo Fresu,
E.S.P. Trio ( Roberto Cipelli
pianoforte, Attlio Zanchi contrabbasso,
Gianni Cazzola batteria)
ESTRATTI
DI RASSEGNA STAMPA 2001-2002
OMAGGIO
A LEO FERRE’
da “La Nuova Sardegna” – 07 maggio 2002
“
Fluidità e sconfinamenti tipici di musicisti jazz che
con agilità spiegano i propri automatismi. Ed una certa
naturalezza è la chiave con cui interpretare l’omaggio
a Leo Ferrè, un rispetto non inficiato da patemi devozionali
né vanificato da stravolgimenti arbitrari e magnificamente
riassunto dalla souplesse di Gianmaria Testa, antidivo per eccellenza
e cantautore rigoroso senza per questo risultare algido o pedante.
Roberto Cipelli, deus ex-machina dell’iniziativa, ha selezionato
dal vasto repertorio dell’artista di Neuilly sur Seine
una serie di episodi, che se da una parte s’innestavano,
per assonanze tematiche e disgustate ripulse, in alcuni travagli
della politica attuale, dall’altro testimoniavano il legame
simbiotico dell’artista francese con la poesia.
Una grande complicità tra tutti i componenti della band,
i quali sovente facevano seguire alle ultime strofe delle canzoni,
sessions squisitamente musicali con la disinvoltura e la libertà
proprie ad ogni jazzista che si rispetti.
…. Un congedo tra molti applausi e complimenti sinceri”.
UN OMAGGIO A LEO FERRE’, IL FUORICLASSE
di Pasquale Porcu
da “La Nuova Sardegna” – 07 maggio 2002
“
Sul palco del Teatro Verdi di Sassari ci saranno la voce e la
chitarra di Gianmaria Testa, la tromba e il flicorno di Paolo
Fresu. Li accompagneranno gli E.S.P Trio ( Cipelli al pianoforte,
Zanchi al contrabbasso, Cazzola alla batteria). Il progetto
è un’occasione speciale per ricordare, attraverso
il jazz e la musica d’autore, un’artista scrittore
indipendente da ogni scuola e da ogni dottrina. Un concerto
che mescola la musica e le parole di Ferrè alla musica
e alle parole di Gianmaria Testa, Paolo Fresu e di Roberto Cipelli,
con uno spazio sempre aperto all’improvvisazione, come
sempre succede quando musicisti differenti, ma affini, si incontrano
e si confrontano”.
IL
GRANDE PESO DELLE PAROLE
di Mauro Alvoni
da “La Nuova Ferrara” – 28 giugno 2002
“
A volte le parole hanno un peso. Ispirati, a volte beffardamente
ironici, altre volte malinconici o appassionati, i testi del
celebre chanssonier francese sono stati al centro del concerto
al cortile del Castello per il secondo appuntamento di “Ferrara
sotto le stelle”. Sul palcoscenico un manipolo di musicisti
che fanno dell’impegno intellettuale una delle armi con
cui stimolare le corde del pubblico. Parliamo di Gianmaria Testa,
cantautore piemontese che ha profuso un impegno da ‘medium’,
con la sua voce roca e fumosa ed un’interpretazione partecipata,
recitata ed intensa; senza dimenticare il gruppo che lo ha accompagnato,
a partire da Paolo Fresu, ancora una volta sensazionale con
la sua tromba che si staglia netta e pulita ad arricchire ogni
fraseggio, aggiungendo geniali e puntuali improvvisazioni. Magistrale
l’apporto dell’E.S.P. Trio, jazzisti di provata
esperienza capaci di calarsi in ogni atmosfera. Una formazione
versatile per un progetto fatto di collegamenti colti e pertinenti.”
L’OMAGGIO
A LEO FERRE’ ENTUSIASMA IL PUBBLICO
di Fausto Nardo
da “La Provincia” – novembre 2001
“…
Un concerto che sarà ricordato per molto tempo dai pochi
fortunati che sono riusciti a trovare il biglietto…. Chi
meglio di Gianmaria Testa poteva interpretare le canzoni del
cantautore francese? Una voce rauca e romantica, quella di Testa,
che ti penetra in profondità… L’Esp Trio
ha saputo dimostrare ancora una volta la sua perfezione nella
ritmica… Paolo Fresu ha saputo rendere l’atmosfera
del concerto quasi surreale, una sensazione di palpabile emozione
che ha spinto il pubblico ad applaudire ad ogni minima pausa…”
UNA
SERATA TRA POESIA E JAZZ
di Marco Bragazzi
da “ La Provincia” – novembre 2001
“…
La narrazione di Gianmaria Testa è sentita, passionale
come un assolo di un sax tenore; mentre le capacità tecniche
ed espressive di Fresu, Zanchi, Cazzola e Cipelli sono ineccepibili
e superano quello che è il rigoroso spartito musicale
per affondare le proprie radici nella pura improvvisazione…
Non è musica, non è poesia, è entrambe
le cose, misurate con cura e passione per farle arrivare, perfettamente
integre, a qualsiasi tipo di pubblico” .