“È sul tema della memoria che si snoda l'attualissimo Italy: Sacro all'Italia raminga, spettacolo con cui Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa hanno
aperto, martedì sera, la stagione di prosa del
teatro Verdi di Pordenone. Un spettacolo allestito in sala grande, affollatissima. […]
Italy si gioca tutto sullo stupore di ritrovare in un poema minore di Pascoli, scritto nel 1904 e mai sfiorato dai programmi di scuola, tutto il dramma
dello sradicamento che rende così simili le storie di allora da quelle di oggi. La scena è essenziale, un'esplicita sottrazione che ha lo scopo di
incanalare l'attenzione del pubblico solo sulle parole, su quei 450 versi in strofe dantesche che Battiston presenta intrecciate alla musica fatta di
ballate dal sapore antico e moderno di Gianmaria Testa. […] Prese le misure con il palco e con l'emozione di vedere tutta quella gente venuta ad ascoltare
Pascoli, Battiston appare subito intenso, deciso, sfiora sapientemente le insidie delle rime e avvolge il racconto di un ritmo incalzante, i cui crescendi
si sciolgono nella voce profonda e nelle immagini in musica di Gianmaria Testa che puntano dritto in gola.”
Gabriele Giuga Il Messaggero Veneto – 31 ottobre 2013
“Sono grida che spezzano il cuore, risuonano nelle vene, invocano la storia a cui tutti apparteniamo, quelle declamate dall’attore friulano Giuseppe
Battiston e dal cantautore Gianmaria Testa. […] Un’ora e mezza durante la quale « Italy – Sacro all’Italia raminga » ha tirato fuori da un cassetto vecchio
più di cento anni immagini che feriscono d’attualità, depositate dalla penna di Giovanni Pascoli. […]
Dietro le figure in carne e ossa, fatte di acuta emozione strappata alla voce di Giuseppe Battiston e alle corde della chitarra di Testa in struggenti echi
popolari, si nasconde il viaggio iniziatico di una lingua che lotta per sopravvivere, baluardo di una mescolanza che costruisce nuova identità.
I due interpreti si scambiano emozioni intrecciando le voci in una simbiosi evocativa talmente intesa da rendere fisica la presenza di Pascoli tra loro.
[…] Pascoli è un pugno allo stomaco che colpisce anche con la poesia « 10 agosto », che si fa canzone nella musica di Testa e che riempie quella fessura
che squarcia la quinta del palcoscenico, aprendo una ferita solida tra luci di stelle, cielo a tratti terso e a tratti plumbeo e un pubblico in piedi,
commosso, immobile. “
Francesca Pessotto Il gazzettino – 31 ottobre 2013
“Battiston e Testa davvero super.
Un’esclusiva, Italy, oltre le attesa quella che il Verdi di Pordenone ha messo in cartellone ieri nell’ambito del progetto “Verso”. In scena Giuseppe
Battiston e il cantautore Gianmaria Testa, con la storia delle migrazioni e la poesia di Pascoli”
F. Missinato Messaggero Veneto – 30 ottobre 2013
"Ci vuole coraggio a mettere in scena un poemetto di Giovanni Pascoli, il poeta della morte, del ricordo, della natura che ha molto da insegnare all’uomo.
Ma il coraggio di Gianmaria Testa e dell’udinese Giuseppe Battiston è ben ripagato […]. E non solo perché il dramma dell’emigrazione vissuto a cavallo tra
‘800 e ‘900 dagli italiani, e raccontato in questa lunga poesia dal Pascoli, è facilmente trasportabile all’attualità odierna, dopo i tragici fatti di
Lampedusa. […]
La lettura-recitazione va a fiammate: Battiston modella la voce con sapienza per dar vita ai personaggi, ciascuno con la sua parlata (italiano, dialetto,
inglese maccheronico, inglese della piccola), ma anche per raccontare il tempo atmosferico che scandisce il procedere della vicenda: il freddo e la neve,
la pioggia ad “acquate sopra acquate”, il “tempo bello”. E con essi cambia anche lo sfondo dietro ai due artisti: tetro all’inizio e via via più tendente
all’azzurro, finché alla fine spuntano pure le nuvole bianche.
Testa e Battiston hanno il pregio di portare in scena una delle più belle poesie di Pascoli (dimenticata e poco insegnata a scuola) e di presentarla al
pubblico nonostante la difficoltà che accompagna sempre chi tenti di mettere in scena dei versi."
Ilfriuli.it – 30 ottobre 2013
Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa, parole e musica, tre chitarre, due microfoni e un leggio. Italy ci propone un’osmosi tra parole e musica, dove il
poetico e crudele senso di Pascoli per la vita si incarna nelle canzoni di Testa in un ritorno armonico più stretto, firmandone, per così dire, l’epigrafe.
[…] Pascoli la cui grandezza ci appare in questo poema in una luce inaspettata, colma di sorprese, coglie un bel successo e perfino un bis: una canzone sui
versi di X agosto. Merito della lettura asciutta senza fronzoli ma <<innamorata>> che ne fa Battiston, in grado di scendere nel profondo di
<<questo>> Pascoli. E merito anche delle canzoni di Gianmaria Testa cantautore segreto e originale che alle migrazioni contemporanee ha
dedicato l’album Da questa parte del mare. L’uno e l’altro a ricordarci quando i diversi eravamo noi che oggi abitiamo in quella che per molti dei nuovi
migranti è Lamerica. Ma sarà ancora vero?
Maria Grazia Gregori L’UNITA’ – 19 aprile 2013
Chi l’avrebbe mai detto che avremmo anche riabilitato Pascoli. C’è voluta la caparbia rivisitazione di Giuseppe Battiston e di Gianmaria Testa che,
lavorando sui 450 versi del poema Italy di Giovanni Pascoli, ricostruiscono un clima di Italia remota che sembra essere oggi con altre storie e con altri
protagonisti. [….] Un intenso Giuseppe Battiston legge il testo rendendolo che più attuale non si può. Gianmaria Testa, che ha dalla sua un intero album
dedicato alle migrazioni di oggi, Da questa parte del mare, interpreta ballate che accomunano storie di ieri e storie di oggi.
Nel bis, i due interpreti propongono una versione musicale della poesia di Pascoli X agosto e sembra di ascoltare le parole di un consumato
cantautore.
Lo spettacolo, nella penombra del palco velato, è fatto di voci. Quella possente e avvincente di Giuseppe Battiston e quella calda e ruvida di Gianmaria
Testa.
In questo caso poesia non è una parola sprecata.
Massimo Cecconi
www.z3xmi.it
– 17 aprile 2013
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