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IL PRECARIO E IL PROFESSORE

di Piero Sidoti e Giuseppe Battiston

musiche originali di Piero Sidoti
eseguite dal vivo da: Piero Sidoti - chitarra e voce
Giuseppe Battiston è “il professore”

Estratti rassegna stampa 2012-2015

« Irresistibilmente amaro. Anzi, agrodolce tra disincanto e cinismo. Metti sul palco un affabulatore umorista e un cantautore con chitarra e voce buone, e scopri che il modello del "teatro-canzone" funziona che è una meraviglia: è successo mercoledì sera, 25 marzo, al Teatro delle Ali di Breno, dove il duo Giuseppe Battiston - Piero Sidoti ha chiuso la rassegna di prosa 2014/2015, dispensando sorrisi e facendo il pieno di... schiocchi di dita. Genteinattesa - Il precario e il professore ha celebrato il matrimonio tra cabaret e canzone, regalando quasi due ore di autentico spasso: Sidoti è il precario laureato in astrofisica con la «giacchetta giovane e triste come si addice ad un vero cantautore»; Battiston il professore che insegna Seneca e dispensa lezioni di vita sorseggiando un bicchierone di Spritz dove annegano i paradossi e le idiozie dei tempi moderni. […] Sidoti […] regala performances di alta qualità: la voce è calda e graffiante, i testi parlano di un amore malinconico, "surfando" sui paradossi della vita quotidiana con ritmi jazz che rimandano a Paolo Conte. Ma precario e professore, in verità, sono due facce della stessa moneta e sul palco si chiamano, si cercano, si completano alla perfezione, tenendo alto il ritmo del duetto e senza mai annoiare. Così, sorso dopo sorso, si arriva al nocciolo del messaggio, dove il consiglio di “non essere in ansia per il futuro perché non hai un gran futuro”, tormentone di inizio spettacolo, muta in un “non preoccuparti del futuro finché non si presenta” »

Sergio Gabossi
Giornale di Brescia – 27 marzo 2015


« Giuseppe Battiston, barba fluente e il ghigno che gli è rimasto da quando interpretava Orson Welles ("Orson Welles Roast", all'inizio del 2010): la fisionomia giusta per incarnare il furbetto del quartierino, come si definisce. In realtà è un sottile pensatore del nulla, un cinico professionale, ironico al punto da conquistare la simpatia del pubblico come soltanto i personaggi negativi riescono a fare. Un po' Mefistofele un po' Salieri, ma senza la dimensione drammatica. Seneca gli serve per l'esaltazione della mediocrità, tutto quanto non ha valore lo incanta. È politicamente scorretto nei confronti dei poveri, ai quali ha dedicato una poesia irridente nel tempo per lui ozioso che precede l'aperitivo. Il suo compagno è l'amico di infanzia e cantautore Piero Sidoti, che accompagna con la chitarra le canzoni tratte da due raccolte, "Gente inattesa" che contribuisce a dare il titolo allo spettacolo e "La la la", uscito soltanto da qualche giorno. Anche sulle canzoni, sui titoli, il professore ha qualcosa di dire, con il bicchiere di spritz in mano e l'aria di prendere tutto alla leggera. La sua critica va a colpire i testi, che hanno qualcosa di surreale ma sono, per il professore, troppo pensati, richiedendo un ascolto attento che non rientra nella sua indole; e le melodie, giudicate troppo "lagnose". E' il gioco delle parti. Come quella di scambiarsi il ruolo, perché Sidoti nella vita, oltre a fare il cantautore con successo, è anche professore di matematica in un liceo (Vecchioni docet). E infatti Battiston si scatena in balli frenetici mentre accompagna il cantautore come secondo vocalist. Sul palcoscenico soltanto i leggii e le luci a dare movimento allo spettacolo, che si avvale della regia dello stesso Battiston. Il pubblico ha gradito, ha riso, ha schioccato le dita a comando nella canzone (Leggermente) che il duo ha proposto come bis. Uno vestito di bianco, il professore, l'altro di un nero introspettivo, il precario, hanno giocato calandosi fino in fondo nel ruolo ».

C.Sca
La provincia di Lecco – 27 marzo 2015


« Per una volta si potrebbe cominciare dalla fine, quando i due protagonisti escono in proscenio per salutare il pubblico da tutto esaurito che li applaude con calore. L’attore, Giuseppe Battiston e il cantautore, Piero Sidoti, hanno appena chiuso la serata con “Leggermente” una canzone-manifesto, che parla di educazione e rispetto con quel tipo di leggerezza che va a fondo delle cose. Il loro spettacolo, Genteinattesa, […], sguardo ampio, pieno di umana comprensione e passione per tutti quelli che hanno perso la fiducia, che si sono arenati tra le assurde regole di un mondo di carte bollate e di raccomandazioni, è un lavoro lieve ma mai banale, fatto di pensieri e considerazioni sulla vita e di gente “in attesa”, che qualcosa cambi, che l’onda arrivi, che il mondo sia migliore di come gli uomini lo hanno trasformato. Figure cantate, immaginarie o reali imprestate al “professore”-Battiston e al “precario” Sidoti, dialogano. Il primo dispensa la sua disincantata visione del mondo con cinismo, il secondo, che ha perduto la speranza, reagisce con il canto. Il risultato è uno spettacolo teatrale vero con canzoni del vecchio disco e metà del nuovo “Lalala” (Fuorivia edizioni), che ha molte anime, una sociale, una naif, una poetica. Battiston, uno dei migliori attori italiani in circolazione, si diverte e diverte. La sintonia con il compagno e amico cantattore è totale. Sidoti, targa Tenco, ironia intelligente e talento si conferma autore capace di percorrere non solo una strada più cantautorale e classica ma anche una via contemporanea in cui le canzoni sono dei graffi spietati ( Jocker, cantato in coppia con Giuseppe è una bellezza così come 'Sei meno meno'). Applausi dunque, come se piovesse. I due, per inciso, sono udinesi. La soddisfazione è pertanto doppia. »

Fabiana Dellavalle
Messaggeroveneto.it – blogautore – 23 marzo 2015


« Piero racconta, in musica e a parole, la sua storia di laureato (in astrofisica) - uno dei tanti - perennemente in attesa, che si barcamena rincorrendo il miraggio di un lavoro consono e che, nel frattempo, si adatta a fare il collaudatore di acqua-scivoli, il raccoglitore di palline da golf o l’assistente di un poco credibile mago. Il Precario. Tra una canzone e l’altra entra rumorosamente in scena il Professore, Giuseppe Battiston. Tiene sempre un drink in mano perché, afferma:“un uomo con un aperitivo è inattacabile!”. Ci dice che dobbiamo imparare a “surfare” come stile di vita. Ha una risata che è come una miccia, sempre pronta a deflagrare; un personaggio emblema del cinismo e della superficialità. […] L’azione recitativa di Battiston è istrionica, seduttiva, molto spontanea, mai macchiettistica. Duetta con Sidoti e ci fa scoprire inattese doti canore. Ad un certo punto si lancia persino in una perfetta imitazione di Albano! Di tanto in tanto abbandona la scena, lasciando la ribalta tutta a Piero Sidoti e alla sua musica. Dopo la targa Tenco, ottenuta nel 2010 con la sua opera prima, il professore di matematica friulano, dalla inconfondibile voce ruvida e profonda, ha da poco pubblicato il suo nuovo album, “La la la”, dal quale sono tratti i brani che compongono l’ossatura dello spettacolo. La canzone teatrale è la formula perfetta per il cantautore-matematico! E mentre il Professor Battiston impartisce al Precario Sidoti una lezione di provocatoria leggerezza nichilista, citando Seneca e declamando poesie intrise di tenero cinismo, arriva, tra bordate di applausi e schiocchi corali di dita, un finale che non ti aspettavi: la vera rivoluzione è nell’essere onesti! Ovvero, tutti noi possiamo essere rivoluzionari, controbilanciando l'arroganza dei potenti con la delicatezza di piccoli, e moralmente virtuosi, gesti quotidiani. Il massimo della libertà... Leggermente! »

InstArt 2015
21 marzo 2015


«Il professore ha fatto della precarietà e della superficialità uno stile di vita, e dispensa perle di questa filosofia del surfare tra gli ostacoli: “l’uomo con l’aperitivo è inattaccabile”, è l’emblema della personalità che non sa di niente e non deve fare niente, solo adeguarsi di volta in volta all’atmosfera e ai discorsi che lo circondano. Per sostenere la sua tesi scomoda addirittura la sua personale lettura di Seneca e del principio del galleggiamento di Archimede: stanno molto meglio a galla i ragionamenti poco densi, scarsi di contenuto ma pieni di parole che fanno volume. Il contraltare a questa cinica visione della vita sono le canzoni di Piero, che danno voce alle tante figure di eterni giovani, sempre in qualche modo fuori posto, di volta in volta delusi o ancora animati da una precaria fiducia nel futuro. Di queste contraddizioni e di questa umanità si ride amaramente, identificandosi di volta in volta nel Professore, disincantato e cinico, o nel Precario, condannato a essere sempre giovane e sempre “in attesa”.»

Daria Benetazzo
Radioblue.it – 20 marzo 2015


« Sacrificio, serietà, pensiero forte, impegno, partecipazione ecc ecc. Ecco le parole pesanti che ci hanno insegnato da secoli per la nostra formazione di uomini consapevoli e indifferenti al successo immediato. Macché, sbagliato. E specie in tempi in cui conta la superficialità della chiacchiera evanescente e, per sopravvivere, basta galleggiare, dribblare e soprattutto ridere a colpi di tweet, happy hour e via surfando. Di questa filosofia del “ragionamento zero” esistono anche i nuovi mèntori, come il maestro incarnato da un Giuseppe Battiston in gran spolvero fisico che al Visionario, nello spettacolo-anteprima “Il precario e il professore”, impartisce un prontuario di cinismo spendibile per il fai-da-te di un giovane smarrito, inutilmente laureato e tanti lavoretti alle spalle (l’incantevole chansonnier Piero Sidoti), condannato a essere un’”offerta speciale” a vita, outlet di se stesso con codice a barre in scadenza permanente. Tra le canzoni, anche nuove e tutte bellissime, di Piero, le parole in libertà di Beppe e la straordinaria simpatia teatrale di entrambi, lo spettacolo fila via che è un piacere, impaginato nel genere redivivo del cabaret-teatro canzone a due. Ma a conti fatti è un ridere acido. Il precario e il professore sono specchi paradossali del nostro mediocre presente, dove “in medio stat virus” e allora tanto vale farsene infettare " ».

Angela Felice
Il Gazzettino - 23 marzo 2014


« Non è che possiamo sempre perdere, qualche menata per star meglio in 'sto clima plumbeo dobbiamo pur inventarcela. Suonare, tanto per dirne una. Ti toglie il peso. E un buon live con atmosfera underground, ma sì quella delle cantine di una volta dove c'era più fumo che ossigeno, vale una permanenza. Adesso l'aria è linda, giocoforza, ma vince comunque il raccoglimento, l'ascolto intimo. Eccoli sul palchetto […]: due microfoni, un ampli, il rumore del bar. Qualche nero, uno spritz Aperol e Piero Sidoti è già pronto, chitarra in spalla. Lui e l'amico di merende Giuseppe Battiston fanno un duo collaudato. Se la raccontano, se la ridono e se la cantano spesso, a loro basta uno sguardo per dare il ritmo scenico dell'attimo. Il precario e il professore, teatro con musica e lo scavo è profondo, raggiunge il senso della vita senza scomodare i Monty Python. Il gioco delle parti inquadra perfettamente il climax contemporaneo. […] Piero e Giuseppe li vedi belli saldi, in armonica compenetrazione artistica; ai pezzi arrabbiati di Sidoti seguono le affabulazioni leggere di Battiston, suggerimenti rudimentali di vivere sano. «Se serve, deformati alle situazioni. Devi sempre tenerti in offerta speciale. Sarai l'outlet di te stesso». Il giovane con lo strumento […] teme il domani. Un po' tutti noi lo temiamo, non è che il pianificare ci viene facile. «Non devi aver paura del futuro, ragazzo, almeno finché non ti si presenta davanti». Ma sì, dai, la spensieratezza fa miracoli. E quell'oretta con loro è servita ben più di una sbornia, semmai qualcuno presente fosse venuto apposta per liberarsi di qualche peso sullo stomaco. D'altronde te lo dice anche Seneca, basta tenere in tasca un libricino suo e sfogliarlo ogni tanto, come fa Giuseppe. «Non avrai più paura se avrai cessato di sperare». Ve la regaliamo »

Gian Paolo Polesini
Messaggero Veneto / Ed Nazionale – 18 marzo 2014


« Una piacevolissima serata di teatro canzone, un genere che sta tornando felicemente, raccontando/cantando dei disagi di questi anni difficili, infelicità diffuse in tempo di crisi […] Molto bravo Piero Sidoti a guidare la serata al Teatro Magnani di Fidenza <<Genteinattesa. Il precario e il professore>> felicemente affiancato da Antonio Marangolo (sax, percussioni) e Nicola Negrini (contrabbasso), un bell’affiatamento di divertimento musicale, di commenti ironici, scherzosi, sempre però avvolti da una speciale malinconia. Entra più tardi in scena Giuseppe Battiston […], la sua partecipazione si farà sempre più calorosa, vivace, cantando, commentando, muovendosi al ritmo delle musiche. […] C’è un umorismo beffardo, caustico, attraversato da una sottile tristezza, nata dall’impotenza, dall’impossibilità di cambiare la realtà. Non bisogna avere paura del futuro …. Finché non si presenta! Sempre molto belle le canzoni, anche d’amore. Molti gli applausi con diversi bis. »

Valeria Ottolenghi
La Gazzetta di Parma - 16 aprile 2013


[..] l'humus di uno spettacolo quanto mai coinvolgente . [..] Battiston è il deuteragonista di qusto breve viaggio di anime e "tipi", portatore di un'affabulazione trascinanate, nutrita di un bel testo carico di scetticismo e cinismo che tradisce tuta la vibrante tensione di ciò che invece è umano, troppo umano. [..].

Marco Maria Tosolini
Il gazzettino (ed Friuli), 22 febbraio 2012


[…] E' una galleria di personaggi improbabili , irregolari, inattesi, quasi un concept album debitore, in molti tratti alla tradizione de "teatro canzone" sui disagi e le contraddizioni di una generazione e di un'epoca. [..]

Il grigio in Urba
Musica, 6 novembre 2011


"Il neo vincitore della Targa Tenco per il cd Genteinattesa non delude le aspettative e si presenta sul palco del pasolini armato di chitarra e spalleggiato dai suoi musicisti. La partecipazione speciale di un eccelso Giuseppe Battiston è la ciliegina sulla torta. Presenta i suoi brani e subisce le incursioni di un dirompente Battiston, scherza, ride, suona, ma soprattutto canta. E lo fa con quella voce che a tratti scende talmente in profondità che sembra impossibile possa tornare alla luce, fresca come acqua sorgiva e calda come lava magmatica. Sorprendente. Un concerto con incursioni prettamente teatrali e momenti di intensa comicità."

Alberto Zeppieri
MESSAGGERO VENETO, 6 novembre 2010

"Surfare tra i fluidi della vita", predica dal palco del Folkclub Giuseppe Battiston, nei panni di un cinico scrittore "esperto di mondo del lavoro". "Che poi, questo fluido, sai cos'è? Niente. Proprio niente. L'importante è che la tua massa sia inferiore al niente […]. Per fortuna Piero Sidoti ha scelto di restare qualitativamente denso […]. Si è presentato nel locale torinese in compagnia dell'amico attore. Voce e chitarra, come il cantautorato doc imporrebbe, ma con una fortissima componente teatrale anche nella musica: il timbro profondo con cui dipinge nell'aria indimenticabili personaggi talvolta è quasi recitato, appoggiato sulla base musicale sorretta dal contrabbasso di Nicola Negrini e dai cento strumenti di Piero Ponzo. >>

Daniele Bergesio
Giornale della musica.it, 6 novembre 2010

" Genteinattesa, fresco di Targa Tenco come migliore opera prima. Quello in oggetto è certo un album di pregio, inquadrabile nel filone della canzone d'autore di scuola "classica" ma non per questo legata a schemi vetusti e risaputi: merito di un artista ispirato, abile nel giocare con le parole così come nel vestirle di abiti eleganti e mai banali. "Entertainer" di classe, un po' cantante e un po' attore, il quarantaduenne di Udine si muove tra swing, jazz, blues e pop di spessore, raccontando storie di personaggi per lo più ai margini: lo fa bilanciando profondità e leggerezza, forte di una voce comunicativa e "interessante".

IL MUCCHIO
25 ottobre 2010

"Piero Sidoti ´ha tutte le carte in regola per essere un artista´, soprattutto un artista da Tenco, che infatti l'ha premiato come migliore Opera Prima del 2010 (…).Canzoni sincere e semplici, da intendere nel senso migliore del termine, che spesso sono anche capaci di entrare in testa velocemente e di restarci. Un buon disco, un bell'esordio".

Andrea Rossi
www.mescalina.it, 20 ottobre 2010

"Il disco Gente in attesa di Piero Sidoti, che si è aggiudicato la Targa Tenco Opera Prima 2010, è un album diverso dalla media sovrabbondante che c'è in giro. Un disco d'autore. (…) Gente in attesa è un buon disco, arrangiato benissimo da Antonio Marangolo e cantato magistralmente, con una voce che appare sempre giusta (…) La parte più convincente del disco è data (…) dai ritmi che creano gli ambienti delle canzoni e si sposano perfettamente con i temi di ogni brano e – meravigliosamente – con gli arrangiamenti e l'interpretazione di Sidoti. È precisamente qui la forza indiscutibile del disco, peraltro sottolineata da Lucio Dalla nella nota introduttiva al lavoro: l'autorialità dell'album viene fuori dalla poetica che Sidoti riesce a creare nello spazio minuscolo tra la sua intenzione d'atmosfera e il ritmo dei versi o la resa della voce, ora più intraprendente, ora sussurrata".

Paolo Talanca
L'isola della musica italiana, ottobre 2010

"Ad ascoltare questo disco del friulano Piero Sidoti la sensazione è proprio un po' quella che si prova nell'abitacolo di una di quelle vetture dell'ottovolante, quando si risale piano piano fino al culmine della salita nell'attesa di quel precipizio che poi ci inghiotte vorticosamente, quando di botto si libera l'adrenalina ed è come un atto liberatorio. Il disco mostra una spiccata originalità, che lo pone senza dubbio molto al di sopra della media, con molteplici punti di forza tra cui una capacità di scrittura impressionante. Un disco sapido, tra continui giochi di parole, dal gusto ricco e deciso, che non può lasciare l'ascoltatore indifferente".

In scena l’immigrazione, una storia infinita…

Non è propriamente uno spettacolo, ma un reading di uno straordinario poema. Mi colpisce la tragedia del nostro popolo oggi rivissuta al contrario, perché ci troviamo ad accogliere i barconi non sempre a braccia aperte. E soprattutto non ricordiamo come siamo stati trattati quando ce ne siamo andati 100 anni fa.” (…)

Fabio Antonelli
11 ottobre 2010

“Chi ama le storie plumbee di un Paolo Conte o di un Vinicio Capossela non può che plaudire al primo lavoro di Piero Sidoti, professore di matematica dall’animo poetico che ha creato un lavoro di grande raffinatezza. Ma non si facciano paragoni: quello di Sidoti è uno stile originale nella delicatezza dei testi e nella fumosità del sound. […] Un lavoro che richiede molti ascolti: non perché non conquisti subito, anzi, ma perché ad ogni ascolto si lascia scoprire di più. Torna con Sidoti quel teatro canzone che è stato di Gaber e di Jannacci e che ci parla, con profondità di sentimento e ricercatezza lessicale, del nostro tempo e della nostra interiorità. Un artista che è un piacere scoprire e che seduce con la sua capacità di giocare con le parole e di inventare un lessico nuovo, poetico e graffiante, magico e suadente.”

Vera Risi
IL FATTO, 22 luglio 2010


“Piero Sidoti ha messo insieme un bel collage di personaggi, esterni a sé, che possono contemporaneamente essere gente in attesa, ossia inaspettata, oppure gente in attesa, presa sulla soglia, sul limitare, su un crinale dal quale è possibile scendere, una volta che si rompe l’istante sospeso creato dalla canzone, da un lato e dall’altro. […] Sidoti ha poi un’altra qualità. Ne parla sempre con ironia e affetto. Non c’è nessuna condanna, nessun giudizio morale, anche perché quasi sempre i personaggi parlano in prima persona e raccontano da soli la propria storia. […] E si parte per l’appunto da questa “Venere nera.” […] La musica è suadente e notturna e subito ti si attacca addosso, tignosa ed insinuante, come un cancro morbido che ti rode nel profondo e ti fa star bene e star male. […] Più Paolo Conte che Maieron, più giochi di parole che opere poetiche, più settimana enigmistica che Pasolini, ma fatto sempre con grande tatto e tantissima grazia del porgere. E dove “Bobby e il ballerino” potrebbe diventare facilmente un tema struggente nelle mani di altri, in quelle di Piero è lieve lieve, persino un po’ divertente e forse per questo ancora più struggente alla fine. […] Ma al di là degli ospiti e delle intenzioni resta la solidità di un disco che rappresenta un esordio tardivo sì, ma benedetto dagli dei della musica. Di idee ce ne sono tante, alcune anche lasciate libere di scorrere e che potrebbero in futuro essere disciplinate (il citazionismo, il gioco di parole, l’interferenza) ma comunque all’interno di un percorso personale e di valore, di un album maturo dal sapore intenso. […]”

LA BRIGATA LOLLI
21 giugno 2010, RECENSIONE


 

“Mettiamola così: c’è speranza. […] Però è capace di scrivere una canzone irresistibile su un vecchio ballerino che «quando ballava alla Scala ero il primo/sembravo una freccia un felino/e tutti volevano me/ora in poltrona con un pannolone/ non c’è un giornalista o un coglione/che voglia parlare con me». […] Con garbo, con una sorta di puntuta ritrosia nascosta nelle pieghe di una voce bassa, amara e per nulla indulgente: «La mia generazione non è brava a dir qualcosa senza un’accusa/la mia generazione non si fida di un’emozione senza finzione».

G. Fe.
ALIAS, 19 giugno 2010


“Apre la serata il “nuovo” cantautore Piero Sidoti. […] L’ottimo Sidoti canta cinque suoi brani, quattro tratti dal suo bel cd “Genteinattesa”. Grande il sax di Antonio Marangolo che lo accompagna. Calorosi e convinti gli applausi finali di molti presenti. Di lui, soprattutto nell’ambito della canzone d’autore, sentiremo parlare ancora. Meritatamente. […]”

Massimo Stocchero
IL CORRIERE DI NOVARA, 19 giugno 2010


“[…] Dopo anni di prodotti artigianali e spettacoli teatral-musicali, spesso con l’amico Giuseppe Battiston, in questi giorni ha messo a segno due colpi. Il primo: la pubblicazione del suo primo album distribuito a livello nazionale, intitolato “Genteinattesa” (edizioni Fuorivia) e registrato in parte negli studi bolognesi di Lucio Dalla. Il secondo: questo Premio Gaber, che il 23 e il 24 luglio gli verrà consegnato al Festival Gaber di Viareggio assieme alla cantautrice fiorentina Susanna Parigi. […]”

Carlo Muscatello
IL FATTO, 22 luglio 2010


““In un mondo musicale in cui essere giovani è di per sé motivo di successo, il friulano Piero Sidoti scompiglia le carte presentandosi al debutto discografico a 42 anni, con Genteinattesa […]”

Giovanna Mancini
IL SOLE 24 ORE, 10 giugno 2010


“[…] Il CD si chiama “Genteinattesa”, a voi la scelta se deve essere in “attesa” oppure “inattesa”, inaspettata, come inaspettata è la bellezza di questo lavoro. Invenzioni, divertimenti, giochi di parole, giochi di suoni. Il CD è un vero “divertimento” per chi in era in attesa di qualcosa di diverso!”

RADIO TRAMPRA
8 giugno 2010


“[…] Il concerto rappresenta la prima uscita ufficiale di Sidoti per presentare il suo nuovo album, Genteinattesa, che sarà disponibile proprio oggi nelle librerie Feltrinelli e tra una settimana in tutti i negozi di dischi. Di ieri è poi la notizia che la Fondazione Giorgio Gaber ha scelto (su 300 concorrenti) i due artisti che il 23 e il 24 luglio prenderanno parte alla sesta edizione del festival Teatro canzone di Viareggio: una è la fiorentina Susanna Parigi, l’altro è proprio il nostro Piero Sidoti, selezionato per Particelle, lo spettacolo con Giuseppe Battiston, che ne firma anche la regia. […] Sul palco, oltre a Testa e Sidoti, tre musicisti di assoluto valore quali Antonio Marangolo, Nicola Negrini e Claudio Giusto.”

MESSAGGERO VENETO
01 giugno 2010


“È proprio l’anno di Piero Sidoti. Come si è annunciato, il cantautore udinese domani, alle 20.45, nel parco della Fratta di San Daniele presenterà il freschissimo album Genteinattesa, un disco perfetto. Ma c’è un'altra novità ancora più bella: Piero ha vinto il prestigioso Premio Giorgio Gaber. […]

MESSAGGERO VENETO
31 maggio 2010


“[…] Nel corso degli anni non sono mancati premi e riconoscimenti (Castrocaro, Recanati, Premio Fabrizio De André, Festival Domenico Modugno), musicista e attore in compagnia di Giuseppe Battiston (Pagina a due in musica, Particelle), con Antonio Marangolo (Odissea di un suonatore di campanelli), ma non aveva mai inciso un disco. Troppo coerente per accettare compromessi e facili scorciatoie. […] Dodici canzoni in cui la voce roca – e la poesia – di Piero Sidoti presenta una galleria di personaggi inattesi e condannati all’attesa di un qualcosa che finalmente li strappi al limbo in cui ora galleggiano. […] Testi e musiche di Piero Sidoti, arrangiamenti di Antonio Marangolo: Genteinattesa, da ascoltare tutto d’un fiato. In silenzio.”

Paolo Odello
TERRA, 29.05.2010


“[…] Con una scrittura alta e forte, acrobatica e gioiosa, respiro poetico e musicalità al solito molto raffinata, Sidoti adesso approda al disco perfetto, in cui ha creduto Lucio Dalla, che ha messo a disposizione il suo studio bolognese per registrare alcuni pezzi e che ha scritto l’introduzione del booklet , affiancato da Massimo Cotto, uno dei maggiori giornalisti musicali italiani; […] L’album si presenta in un’elegantissima veste cromatica ed è impreziosito dai disegni di un maestro (e amico) come Gianluca Buttolo, un altro grande talento friulano. Il disco, registrato tra Bologna e i Delta Studios friulani, suona bene, l’atmosfera è latina con una spruzzatina di jazz, e i pezzi di Piero sono fra i più belli che abbia mai scritto. […] Intanto la nostra attesa di un grande disco è finita.”

Nicola Cossar
MESSAGGERO VENETO, 25.05.2010