home
home
 
 

 

Produzioni Fuorivia presenta
CHISCIOTTE E GLI INVINCIBILI
di Erri De Luca
con Erri De Luca, Gianmaria Testa, Gabriele Mirabassi
coordinamento Paola Farinetti
disegno luci Andrea Violato
fonica Claudio Viberti

Attorno a un tavolo d’osteria, tre uomini bevono, parlano, suonano e cantano.
Dietro di loro solo un attaccapanni con appesi uno scolapasta a mo’ di elmo e un ombrello per spada…Evocano cavalieri che lottano contro le ingiustizie… e lo fanno con un equilibrio e una delicatezza che coinvolge e emoziona e il pubblico, alla fine, applaude con gran calore per un quarto d’ora. Il sipario si apre sulle note squillanti e suadenti del clarinetto, cui si unisce la chitarra e la voce di Gianmaria Testa che intona versi di Nazim Hikmet, quindi Erri De Luca che parla di Chisciotte…
Uno spettacolo ballata attraverso canzoni e versi di grandi poeti, da Raphael Alberti e Giuseppe Ungaretti, per spaziare dalla prima guerra mondiale alla Bosnia, riferendo sentimenti, evocando parole e immagini, senza enfasi, sempre in modo piano e intenso, così che ogni tanto questa ballata a più voci ha il suono profondo della verità e quello leggerissimo e fragile della poesia…


[P.Petroni, ANSA, 14 novembre 2004]


Dopo il successo della breve tournée dello scorso anno, torna per il 2005/06, prodotto e distribuito dalla Fuorivia, CHISCIOTTE E GLI INVINCIBILI, da un testo inedito di Erri De Luca dedicato a tutti coloro che non si arrendono e che non smettono mai di combattere. Uno spettacolo difficile da definire a metà tra teatro e musica, tra parola detta e parola cantata nel quale alcune grandi poesie della letteratura mondiale si vestono di melodia e si fanno canzoni. In scena lo stesso scrittore napoletano che per l’occasione si trasforma in raccontatore e cantante, Gianmaria Testa e il clarinettista Gabriele Mirabassi.
Lo spettacolo girerà nel corso di due periodi: novembre/ dicembre 2005 e marzo/aprile 2006.


IL CALENDARIO MARZO/APRILE 2006

15 e 16 marzo 2006 – Roma - AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA – Sala Petrassi
17 e 18 marzo 2006 – Firenze - TEATRO PUCCINI
21 marzo 2006 – Maranello (MO) - AUDITORIUM ENZO FERRARI
22 marzo 2006 – Mira (VE) - TEATRO VILLA DEI LEONI
23 marzo 2006 – Padova - MULTISALA PIO X
25 marzo 2006 – Santa Maria Capua Vetere (CE) - TEATRO GARIBALDI
27 marzo 2006 – Salerno (NA)
30 marzo 2006 – Asti - TEATRO ALFIERI
03 aprile 2006 – Rivoli (TO) - TEATRO DON BOSCO
Dal 4 al 9 aprile 2006 – Genova - TEATRO DUSE

Possiamo sin d’ora anticipare che lo spettacolo toccherà moltissime altre piazze italiane, approdando a Roma, Firenze, Padova, Genova, Salerno, Asti, Rivoli, Maranello (MO), Mira (VE), Rivoli, etc. Tale calendario verrà comunicato in un secondo tempo.


LO SPETTACOLO

Senza “Attraverso”, il progetto speciale con Erri De Luca, Mario Brunello, Gabriele Mirabassi, Marco Paolini e Gianmaria Testa, probabilmente non ci sarebbe mai stato “Chisciotte e gli invincibili” e senza uno spettacolo fatto per beneficenza, al Teatro Olimpico di Vicenza, con Gianmaria Testa, Marco Paolini e Mario Brunello, probabilmente non ci sarebbe stato “Attraverso”. Questo per dire come molte cose siano legate l’una all’altra come anelli di una collana preziosa. Questo, per dire, soprattutto, come un gruppo di amicizia e di lavoro, possa dar vita, col tempo a cose diverse ma parenti.
Erri, uno scrittore solitario, sul palco si è trovato bene. Così dice lui. Si è trovato bene perché la compagnia era bella. E sono sempre parole sue. Al punto che un giorno ci chiama e dice: “Ho scritto una cosa per Gianmaria e per me, una cantata a due voci”.
Così è nato Chisciotte e gli invincibili, le “due voci” sono diventate tre (con l’aggiunta di Gabriele Mirabassi), ed è restata famosa la prima assoluta in una cucina, intorno al tavolo, chitarra, formaggio, pane e vino.
Ci siamo subito detti che era importante riuscire a portare anche in palcoscenico quello stesso clima, piccolo e intenso, della cucina. Ci abbiamo provato, speriamo di esserci riusciti. Anche in scena, dunque, ci sarà un grosso tavolo di legno. Anche in scena ci sarà il vino.
Il nostro Chisciotte è una specie di omaggio ai sognatori che non si arrendono, a quelli che si fanno coinvolgere, che non sono mai spettatori passivi di quanto accade. A quei seguaci delle cause perse che proprio in quanto tali sono in fin dei conti invincibili. Invincibili, si dice nello spettacolo, sono i migratori, quelli “che attraversano il mondo a piedi per raggiungerci e che non si fanno fermare da nessun campo di prigionia, da nessuna espulsione perché chi va a piedi non può essere fermato”. Invincibili sono gli innamorati, sono i prigionieri, sono i suicidi. Invincibile -dice Erri- “non è chi sempre vince, ma chi mai si fa sbaragliare dalle sconfitte, chi mai rinuncia a battersi di nuovo”.
Lo spettacolo si articola in un prologo, tre quadri (amore, guerra, prigionia) e un intermezzo ed è uno strano miscuglio di musica e parole. Erri ci accompagna e ci guida nell’esplorazione, Gianmaria dà voce a grandi poeti e Gabriele disegna note musicali col suo clarino.
La particolarità sta nel fatto che in questo spettacolo alcune poesie di grandi poeti (Hikmet, Sarajlic, Brecht, dello stesso De Luca) vengono cantate, quasi a restituire alla poesia quell’aspetto popolare, quello spirito militante e incisivo che forse, nelle torri d’avorio della storia abbiamo dimenticato. “A Sarajevo -dice Erri- la gente conosce a memoria le poesie come noi conosciamo le strofe di Orietta Berti. Tra i popoli slavi, la poesia è una parola importante”. E ancora: “la poesia è il formato di combattimento della letteratura
Lo spirito dello spettacolo sta tutto qui.


Alonso Chisciano, in arte Chisciotte, intorno alla cinquantina si mette per strada alla missione di contrastare ingiustizie, riparare torti. E’ finita da tempo l’epoca della cavalleria errante, ma lui non si arrende all’evidenza d’essere arrivato ultimo e a tempo scaduto.
Chisciotte non si arrende all’evidenza. Viene battuto, sconfitto, rovesciato e però non smette di riprovare ancora. Lui che non ha mai la meglio sui giganti che incontra, è l’invincibile. Chi sconfitto sempre, mai rinuncia a battersi di nuovo è invincibile.
Forti di questa convinzione siamo andati a cercare tracce di Chisciotte nella vita e nei libri che abbiamo conosciuto. Di lui troviamo avventure in storie di amore, di guerra e di prigionia.
Ne caviamo musiche per accompagnare le parole che affidarono alla sola voce. Sopra una tavola di legno robusto battiamo nocche, appoggiamo gomiti e chitarre per una ballata in suo onore.
La nostra qualità è mista: un soffiatore di clarinetto chiamato in concerti per il vasto mondo, un fabbro di canzoni dalla voce di vento in una grotta, uno che scrive storie improvvisamente ricordate. Gabriele Mirabassi, Gianmaria Testa, Erri De Luca, un trio che chiama alla sua tavola Chisciotte l’invincibile, che probabilmente se ne sta seduto nel buio della sala. Perché in ogni sera e in ogni piazza ce n’è uno e non è detto che sia di genere maschile. Bussiamo alla sua ombra perché si affacci ancora sul suo quadrupede asmatico a intimare la resa ai prepotenti. Sul palco c’è una sedia per lui.


Erri De Luca, Gianmaria Testa, Gabriele Mirabassi.

CURRICULA ARTISTI

Erri De Luca

È nato a Napoli nel 1950 e attualmente vive a Roma. Prima di diventare giornalista, scrittore e traduttore dall'ebraico, ha fatto il muratore, l'operaio e lo scaricatore all'aeroporto di Catania. Negli anni Settanta era un dirigente di Lotta Continua, a Roma. Dopo lo scioglimento dell'organizzazione, nel 1977, ha scelto di stare dalla 'stessa parte di allora' e diventare operaio.
La passione per i libri e per la scrittura è nata con lui, ragazzino difficile e introverso. Leggeva i libri della biblioteca del padre Aldo, un grossista di pomodori appassionato della storia dei papi, della II Guerra Mondiale e dei campi di sterminio. E buttava giù storie di cui generalmente si sbarazzava.
L'incontro con l'ebraico antico è stato invece casuale. Un giorno mentre si stava preparando a partire per l'Africa come volontario, ha afferrato distrattamente l'unico libro che aveva sul comodino. Era la Bibbia. Ha trovato dei racconti bellissimi che lo hanno convinto a imparare la lingua , per capirla dall'originale.
Ha pubblicato i romanzi Non ora, non qui (1989), Una nuvola come tappeto (1991), Aceto, Arcobaleno (1992) sui suoi compagni di lotta negli anni della rabbia, Tu, mio (1998), Tre cavalli (1999), Montedidio (2001) e il recente Il contrario di uno (2003). De Luca scrive utilizzando la struttura del romanzo breve o racconto lungo. La sua è una lingua semplice e dura, di una semplicità ricercata e letterariamente raggiunta attraverso il sentimento, senza ammiccamenti. Perfetta. "Una lingua tutta scontata nel corpo, in cui i pensieri non sono che gli sforzi dei muscoli facciali e i sentimenti l'intensità del respiro". Ha tradotto alcuni libri dell'Antico Testamento: Esodo/Nomi (1994), Giona/Iona (1995), Kohélet/Ecclesiaste (1996), Il libro di Ruth (1999).
Ha curato per l'Avvenire una rubrica 'Voci', sistemata proprio sotto la testata del giornale cattolico. Ogni giorno, per diversi anni, ha appuntato i suoi pensieri tratti per lo più dalle cose che gli sono capitate. Poi ha aggiunto 'in proporzione sabbatica', uno su sette, pensieri sui versi delle sacre scritture. Poi, tutti quanti i pezzi riuniti hanno dato forma al libro Alzaia (1997). Attualmente collabora al Corriere della Sera e al Manifesto, come opinionista.

Gianmaria Testa

Gianmaria Testa, 43 anni, è italiano, italianissimo, vive e lavora a Cuneo in Piemonte, eppure c’è voluta la Francia per scoprirlo. Da quando ha mandato al Festival di Recanati la sua cassetta registrata chitarra e voce, vincendone il primo premio una prima volta nel ’93 e poi di nuovo nel ’94, sono passati quattro dischi -Montgolfières (1995), Extra-Muros (1996), Lampo (1999) e l’ultimo in duo con Pier Mario Giovannone, Il valzer di un giorno, uscito in Italia nell’ottobre 2000 attraverso il canale di ElleU Multimedia in tutte le edicole e poi distribuito da Harmonia Mundi in tutti i normali negozi di dischi-, più o meno 500 concerti in Francia, Italia, Belgio, Canada, Portagallo, quattro serate tutte esaurite all’Olympia e una lunga teoria di articoli omaggianti sui principali giornali (“Le Monde” in testa).
In Italia il percorso è stato un po’ più complicato e difficile perché condotto davvero senza compromessi, con pochissime apparizioni Tv o passaggi radiofonici e nessun tipo di pubblicità. La sua vera forza è stata ed è ancora il passaparola. Chi va ad un suo concerto non riesce a dimenticarlo: l’emozione nasce palpabile e si divide tra tutti; Gianmaria scherza coi suoi musicisti ed è naturalmente comunicativo; i testi sono belli, sono semplici, sono piccole poesie che parlano della vita e che vivono anche al di là della musica; e lei, la musica, insieme ad una voce che si muove tra rauche asprezze e teneri velluti, i testi li trasporta, li puntualizza, li sottolinea.
Perché le cose cominciassero a cambiare anche in Italia c’è voluto -paradossalmente- Il Valzer di un giorno, quarto disco della sua carriera e il primo di produzione totalmente italiana, che è forse il suo lavoro più ‘difficile’: canzoni riportate alla loro forma più nuda ed essenziale, due chitarre e voce soltanto.
A seguito dell’uscita del disco, nella Stagione 2000/2001 Gianmaria Testa ha realizzato una tournée che l’ha portato in alcuni dei più importanti e prestigiosi teatri italiani: dal Teatro Regio di Torino al Valle di Roma, dal Duse di Bologna, alla Pergola di Firenze, per non citarne che alcuni.
Nel marzo 2001 Il valzer di un giorno è uscito anche in Francia e nel resto d’Europa con l’etichetta Harmonia Mundi, riscontrando un unanime consenso di critica e pubblico. Ad oggi ha superato le 70 mila copie vendute in tutta Europa.

Moltissime le collaborazioni con altri musicisti italiani del jazz e del folk: da Gabriele Mirabassi e Enzo Pietropaoli (componenti stabili del suo quartetto) a Paolo Fresu; da Rita Marcotulli a Riccardo Tesi (col quale ha dato vita al “Progetto Saramago”, una sorta di omaggio al grande nobel per la letteratura); da Enrico Rava (insieme al quale ha presentato con grande successo per Fuorivia Guarda che luna!, spettacolo dedicato alla figura di Fred Buscaglione che ha visti protagonisti, oltre a loro, la Banda Osiris, Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli e Piero Ponzo) a Battista Lena per il quale ha fatto la voce recitante e ha cantato nel suo ultimo lavoro discografico (I cosmonauti russi) dedicato alla navicella spaziale MIR, sempre prodotto da Fuorivia.
Il 2003 è segnato dall’uscita del nuovo disco, Altre Latitudini (Harmonia Mundi / Ird),14 canzoni di amore trovato o perso per le quali hanno suonato alcuni grandissimi musicisti (Mario Brunello, Enrico Rava, Rita Marcotulli, David Lewis, Gabriele Mirabassi, Luciano Biondini, Fausto Mesolella, ecc.).
Per la fine di ottobre 2005 è prevista la distribuzione di una nuova versione, completamente rimasterizzata e con una nuova veste grafica, dell’album Extra-Muros, ormai introvabile sul mercato.

Gabirele Mirabassi

E’ uno dei massimi virtuosi odierni del clarinetto a livello internazionale.
Ha conseguito il diploma al conservatorio di Perugina in clarinetto con il massimo dei voti e la lode. La sua formazione musicale per i primi anni ha riguardato le tecniche esecutive peculiari della musica contemporanea, vantando collaborazioni con "bacchette" prestigiose tra cui Gunther Schuller, John Cage, Luis Andriessen.
Parallelamente ha cominciato a lavorare professionalmente in ambito jazzistico, attività che, a partire dall'incisione di Coloriage (1991), in duo col fisarmonicista Richard Galliano, è diventata mano a mano sempre più consistente fino a diventare esclusiva. In duo con Stefano Battaglia incide Fiabe, con Riccardo Zegna Piccolo Valzer, con Sergio Assad Velho Retrato ed è protagonista del progetto musicale Cambaluc.
Nel 2000 a "Umbria Jazz” presenta insieme a Luciano Biondini, Michel Godard e Francesco D'Auria il progetto Lo Stortino. Lo Stortino riceve consensi di critica e di pubblico sia in Italia che all'estero. Nel progetto si rileva una particolare attenzione per le variegate architetture compositive che attingono soprattutto alla tradizione popolare e alla musica colta europea e i solisti offrono interventi di alto profilo nell'ambito di un discorso musicale fortemente suggestivo ed evocativo.
Tra i dischi successivi si segnalano 1 a 0 (Egea), lavoro incentrato sullo choro brasiliano, e i più recenti Latakia Blend con Luciano Biondini e Michel Godard (Enja) e Fuori le mura (Egea) realizzato in duo con Luciano Biondini.
Le attuali collaborazioni con il gruppo di Rabih Abou-Khalil, la partecipazione al progetto Castel del Monte II di Michel Godard e ai due progetti di Battista Lena (Banda Sonora e I cosmonauti russi), il trio con Enrico Pieranunzi e Marc Johnson, il progetto “Rugantino” di Roberto Gatto e numerose altre sono solo le ultime attività di un artista che vanta partecipazioni nei più importanti festival in Italia e all'estero.
Nel 1996 vince il Top Jazz nella categoria "miglior nuovo talento".